UNA TASSA SULLE BIBITE?
UNA LATTINA DI COLA OF ANTA HA 7 CUCCHIAINI DI ZUCCHERO Introdurre una tassa sulle bevande zuccherate (sugar tax) per contrastare l’obesità, soprattutto quella infantile. È la proposta di Celeste D’Arrando, capogruppo del Movimento 5Stelle alla Camera. Un’idea che in alcuni Paesi, come Danimarca, Francia, Regno Unito, è già diventata realtà, e che in Italia ha scatenato il dibattito tra chi ritiene che non serva a nulla e chi pensa che possa stimolare gli italiani ad alimentarsi inmodo più equilibrato. Ma quanto incidono le bevande sull’apporto quotidiano di zucchero e che rischio ci fanno correre di superare i limiti? Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, gli zuccheri semplici non dovrebbero superare il 10% delle calorie giornaliere, cioè 45 grammi al giorno per i bambini e da 55 a 80 per gli
adulti, in base a peso e attività. Ricordiamo che lo zucchero è presente nella frutta (da 10 grammi a porzione per aranceemele ai 15 di cachi e uva), nei prodotti dolci da forno (come biscotti, merendine ecc.) e in quantità moderate in altri alimenti come pancarrè, ketchup ecc. Nelle classiche bibite ce n’èmolto di più: per esempio, una lattina di bevanda alla cola o di aranciata contiene in media 34 grammi di zucchero (quasi sette cucchiaini); un bicchiere di tè freddo da 14 a20g, mentre un succo di frutta confezionato (200ml) ne contiene 26-28. Cala la dose nel succo
di frutta da concentrato (non dolcificato), che è circa 7-8 grammi per 100 ml (quindi un brik da 200ml contiene circa 15 grammi di zucchero, tre cucchiaini). Il consiglio, dunque, è concedersi una bibita gassata ogni tanto e di non esagerare con i succhi di frutta. L’alternativa più sana? Centrifugati e spremute.