Dolce e Gabbana
Quando le scuse diventano uno show
di Fiamma Tinelli
Shanghai, interno notte. Seduti dietro a un tavolone scuro, una lussuosa parete damascata alle spalle, StefanoGabbana e Domenico Dolce fissano la telecamera con l’aria di chi vorrebbe essere altrove. «Chiediamo scusa per aver offeso il popolo cinese, non succederà mai più. Scusa, scusa, scusa», ripetono, nellamigliore tradizione dell’autocritica maoista. Se ve lo siete perso recuperatelo su YouTube, perché questo glorioso filmato è l’ultimo atto di uno scandalo che ha tenuto il mondo della moda col fiato sospeso. Ecco com’è andata. Succede cheDolce e Gabbana, attesi a Shanghai per una grande sfilata, lanciano uno spot in cui si vede una sorridente ragazza asiatica che tenta di mangiare pizza e cannolo con le bacchette, senza riuscirci. Ai pubblicitari della D&G pare un siparietto divertente, ai cinesi mica tanto: «È un’immagine stereotipata e sessista», insorgono a migliaia sui social. Ma c’è di più. Dopo aver ritirato lo spot, un furente Stefano Gabbana agguanta lo smartphone e invia un messaggio privato in cui definisce la Cina «un paese di m...a, ignorante, sporco e puzzolente». Messaggio che, guarda un po’, finisce in Rete. Apriti cielo: vip e modelle locali danno forfait alla sfilata, l’evento va in fumo e, nel disperato tentativo di salvare i loro 450 milioni di fatturato asiatico, gli stilisti
si fanno filmare, lividi, mentre offrono le loro scuse perfino in mandarino: dui bu qi. Una pena. Eppure l’umiliante, tragicomica ammenda di Dolce e Gabbana non è la più sensazionale della storia della contrizione.
CLINTON SE LA CAVÒ
Chiariamolo subito: se pensate che dietro alla richiesta di perdono di un vip ci sia un autentico pentimento, sappiate che nove volte su dieci non è così. In ballo c’è molto di più: immagine, sponsor, carriera politica. Prendete i maschi fedifraghi. Ricordate il Bill Clinton con due chili di fondotinta a coprire il pallore che confessa la sua scappatella conMonica Lewinsky in diretta tv? Rischiava la poltrona da presidente degli Stati Uniti, gli andò bene: dopo le scuse Hillary si schierò dalla sua parte e lo salvò dall’impeachment. Meno comprensiva fu Veronica Lario con Silvio Berlusconi, che aveva fatto il piacione con Mara Carfagna e Aida Yespica. Strigliato da un’indimenticabile lettera pubblica della moglie, il Cavaliere tentò di rabberciare farfugliando di dignità e rispetto. Com’è andata a finire, lo sappiamo tutti. Poi, ci sono i gaffeur offensivi: Flavio Insinna che definisce una sua concorrente «una nana di m...a», Rocco
Casalino che in un vecchio filmato se la prende con persone affette dalla sindrome diDown, GuidoBarilla che afferma che uno spot con una famiglia gay non lo farebbe manco morto. Hanno fatto tutti marcia indietro (Barilla caldamente incoraggiato dalle minacce di sabotaggio del gigante americano Walmart), ma che figura.
I FERRAGNEZ SUL WEB
Pentiti? Mel Gibson che dà del «lurido ebreo» a un poliziotto e poi si giustifica sostenendo che aveva bevuto un po’ troppo non convince, via. Ma quando ti colgono in castagna, giurano gli esperti di comunicazione, urge mostrarsi desolati. Anche per finta. Che poi, nell’era dei social network la gente non te ne fa passare una. Prendete i Ferragnez: dopo aver organizzato una festa in un supermercato con tanto di lancio di panettoni e palleggi di lattughe, Chiara Ferragni e Fedez sono stati talmente massacrati dal web che hanno dovuto improvvisare una diretta Instagram giurando che l’indomani avrebbero donato il cibo avanzato ai poveri. Certo, lei che durante l’autodafé sorrideva sbattendo i ciglioni impastati di mascara ha tolto un po’ di veridicità al tutto, ma si sa: the show must go on.