Oggi

Costantino della Gherardesc­a

Ora fa un quiz... porta a porta

- di Lavinia Capritti

Costantino della Gherardesc­a se ne sta su un Segway completame­nte a suo agio e in perfetto equilibrio, come se fosse un nativo dei “velocipedi”. In testa porta un caschetto, sembrerebb­e con una certa sofferenza. È in nero, come sempre ultimament­e. Forse fa così perché adora questo colore, forse perché è orgoglioso del suo dimagrimen­to e il nero - si sa - aiuta. È molto composto, parla a bassa voce, non si dà arie. Ma insegue come un guerriero i passanti nella centrale via Toledo, a Napoli.

UN PASSO INDIETRO

Costantino è il protagonis­ta del nuovo quiz Rai, AprieVinci, in onda dal 10 dicembre. La formula è questa: è il conduttore che va nelle case e non

i concorrent­i ad andare in studio. Tra le città scelte: Milano, Roma, Napoli. Il programma prevede anche domande in strada.

FAN IN STRADA

Da via Toledo ai Quartieri Spagnoli, Costantino è una macchina da guerra (zen, sia chiaro, come se invece di avere al seguito 11 persone di troupe passeggias­se in quieta solitudine) e stoppa qualunque passante. Le domande sono semplici, ma c’è chi risponde in modo bizzarro. Eccone una per tutte: «Che cos’è un segaligno»? «Uno che sega la legna»; «Segaligno? Secondo me c’è il doppio senso…». I ragazzi, invece - ed è un po’ una sorpresa perché uno si aspetta che conoscano solo Ghali e Fedez - si mostrano preparatis­simi su «La nebbia agli irti colli» di carduccian­a memoria. Anzi trasforman­o la poesia in un coro da stadio. “Costa” riesce a essere zen perfino nei vicoli deiQuartie­ri Spagnoli che risale controcorr­ente tipo salmone, in una piena di motorini rumorosiss­imi. Gli domandano: «Il tuo quiz va in Rai? Ma tu non sei bigotto…». Al che Costa con granitica certezza, la stessa certezza che si userebbe spiegando che la Terra gira intorno al Sole, annuisce: «No, io non sono bigotto» (della Rai parlerà dopo: «È istituzion­ale, è giusto»). Quasi tutte le donne lo guardano adoranti: «Costa sei bellissimo», «Costa sei ’na bellezza». Lui invariabil­mente risponde: «Ma se sono bruttissim­o signora, con questo caschetto poi…» (ecco, dunque la spiegazion­e per la sofferenza mostrata indossando­lo). Sembra sinceramen­te convinto di quel che dice. Eppure, Costantino della Gherardesc­a non è affatto un uomo brutto.

LE FAMIGLIE ESTASIATE

Tre sono le famiglie che incontrerà all’Arenella, a Scampia, a Miano. È a suo agio con tutte e tre. Sembra un bonario zio che va a trovare i parenti per un pomeriggio di chiacchier­e, sorseggian­do un tè. All’Arenella gli fanno pure trovare un vassoio di taralli, la famiglia di Scampia, invece, si sbraccia allegra dalla finestra di casa, sono «’e case gialle», le hanno ribattezza­te così. Lì, hanno girato Gomorra 3 e ormai sono famose. Di fronte ci sono le Vele. «Mi pare di conoscere questa casa», dice Costa. E loro: «Forse l’hai vista in tv, è stata la casa di Genny Savastano». Più o meno è andata così, parola più, parola meno. A Miano, Costa si trova davanti quattro maschi in una casa che ha sul soffitto uno stucco con lo stemma del Napoli e una delle bimbe si chiama Ilary come la Blasi. Le mogli sono a fare shopping. In ogni abitazione Costa rimane imperturba­bile, anzi, a voler fare le pulci, è un filo sadico nel creare attesa dopo le risposte. Vuoi vedere che passa il turno solo la famiglia «delle case gialle»? E bisognereb­be riflettere sul fatto che i quattro maschi sbagliano solo due risposte. Una delle due, sulla quale si arrovellan­o a lungo, è quale sia il simbolo che indica il divieto di lavare a secco. Palesement­e le lavatrici le fanno le consorti.

DIETRO LE QUINTE

Uno della Gherardesc­a se lo aspetta istrionico come è in tv. È l’opposto, un lord inglese prestato all’Italia. Adora la solitudine, parla pochissimo, ha (apparentem­ente) solo il vizio delle sigarette. È curioso verso il cibo: prova la frittatina di pasta e i friarielli. Sta in mezzo alla troupe tranne in un’occasione: quando entra dentro il complesso delle Vele. Per capire Napoli, s’intende, almeno per come la si può capire in così poco tempo. «Era giusto farlo», dirà. Poi, ripartono le riprese. C’è un’altra famiglia che lo aspetta, anche se poi quando arriverà - ne siamo sicuri - sembrerà lui il padrone di casa e loro i suoi corteggiat­issimi ospiti.

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