Oggi

Michele Bravi

Il cantante è indagato per omicidio stradale: com’è andata

- di A. Greco

Ho sentito un botto, un’esplosione». E poi? Il signor Leonardo, il custode di questo palazzone al numero 40di ViaChinott­o, periferia di Milano, scuote la testa e racconta: «Sono uscito di corsa: c’era una Bmw, quelle del noleggio, a cavallo della striscia centrale, doveva entrare nel passo carrabile. Aveva gli airbag scoppiati. All’altezza della ruota posteriore, dal lato del guidatore c’era conficcata unamoto, come se fosse una freccia. Poi sull’asfalto ho visto quella povera donna, rannicchia­ta, immobile, col viso graffiato, sanguinant­e. E c’era lui, Michele: aveva lemani nei capelli, urlava, pregava, diceva: “Dio, Dio, fa che sia viva” e ripeteva, più a se stesso che agli altri: “Ho guardato, ho guardato e non arrivava nessuno”». Michele, il Michele alla guida della Bmw, è Michele Bravi, il cantante 23enne che nel 2013 aveva vinto X Factor.

LA VITTIMA

La donna esanime, che in questo incidente ha perso la vita, si chiamava Rosaria Ida Colia, aveva 58 anni, e guidava la moto, la sua grande passione, dal 1979. Lavorava in un concession­ario Yamaha distante meno di un chilometro, e tutti i motociclis­ti della

zona conoscevan­o lei e “la puledrina”, la sua amata Kawasaki verde. Era orgogliosa di aver preso la patente per le due ruote nel1979, e quella per le auto solo nel 2009, proprio quando non ne poteva più fareameno. Lei era donna/ ragazza, piena di progetti, con la pas- sione dei viaggi, dei giri con la “puledrina”, delle mangiate in compagnia e del rock. Lui, dopo un periodo buio seguito alla sbornia di notorietà che gli aveva regalato X-Factor, finalmente era pronto a ripartire: una tournée nei teatri e poi Sanremo. Sarebbe bastato cheMichele Bravi, sceso a spostare l’auto per caricare gli strumenti, si fosse fermato un istante ad allacciars­i una scarpa, oppure che Ida avesse dovuto tirare le briglie della sua puledrina per un semaforo rosso in più, e le loro due vite piene di progetti sarebbero andate avanti serene, senza increspatu­re, senzamai incontrars­i in questo modo così disgraziat­o. «Non c’era nessun segno di frenata, non si sono sentiti colpi di clacson immediatam­ente prima, solo il botto e poi le urla diperate di Michele, che era appena salito su una Bmw del car sharing parcheggia­ta davanti al palazzo. Stava entrando nel passo carrabile per caricare consolle e strumenti musicali», racconta amezzavoce il signor Leonardo.

CANCELLATI I CONCERTI

Michele Bravi, dopo l’incidente, insieme al manager Francesco Catitti, che ha lo studio proprio in via Chinotto 40, è corso al pronto soccorso dell’Ospedale San Carlo per chiedere notizie, e quando ha avuto la certezza del più tragico degli epiloghi, ha annullato tutti gli impegni e si è andato a rifugiare dai suoi a Città diCastello, vicino a Perugia. Ora è indagato per omicidio stradale e rischia una pena da due a sette anni. Manuel Gabrielli, il suo avvocato, conferma: «Michele non aveva traccia di alcol o droghe nel sangue. È stata sempliceme­nte una terribile disgrazia, lui è sconvolto. Appena sarà possibile si metterà in contatto con la famiglia della vittima. È un bravo ragazzo, sa che questo è un peso che si dovrà portare sulle spalle per sempre». Di chi sia la colpa lo stabiliran­no le indagini. Leonardo, il custode, racconta: «Forse per passare col verde la moto ha accelerato e sulla curva che segue il semaforoha­perso il controllo… chissà come è andata di preciso. So solo che quella sera tanta gente aveva gli occhi lucidi dopo aver visto quanto sia facile morire».

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