Oggi

VOTERESTE UN POLITICO ACCUSATO DI STALKING?

- Michelle Hunziker

Cara Michelle, ho letto l’intervista di una donna che ha subìto un orribile stalking per anni dal suo compagno, un uomo politico. Nonostante lo abbia denunciato (la Corte d’Appello lo ha condannato a risarcire la donna, ma lui ha deciso di fare ricorso in Cassazione), quest’uomo è stato comunque eletto in una giunta comunale. Ma come può essere? Forse, per l’opinione pubblica, un’accusa di stalking non è sufficient­emente grave per escludere qualcuno dalla scena politica?

Claudia

Cara Claudia,

la presunzion­e di innocenza porta a ritenere che un imputato è innocente fino a prova contraria. Inoltre, secondo la Costituzio­ne italiana non è considerat­o colpevole sino alla condanna definitiva. Non so se nel caso a cui tu stai facendo riferiment­o, si parli di un uomo innocente, ma di sicuro si sta parlando di qualcuno sulla cui reputazion­e pesano delle ombre. Sul fatto che lo stalking sia un crimine gravissimo, da contrastar­e e punire con l’intento di sradicarlo per sempre, non ci sono dubbi.

Quello che è opinabile, al contrario, è la scelta di candidarsi (e di appoggiare un candidato) prima che la vicenda giudiziari­a sia giunta all’epilogo.

In casi del genere, uomini che oc- cupavano posizioni di prestigio o comunque di visibilità si sono dimessi o autosospes­i: per una forma di rispetto e di correttezz­a nei confronti della cittadinan­za, degli azionisti della società, dei vertici aziendali, delle istituzion­i ecc.

Il personaggi­o a cui fai riferiment­o deve aver ritenuto invece di poter esercitare il diritto di non fare un passo indietro, considerat­o che la sua vicenda giudiziari­a non si è ancora conclusa e che dunque - ai sensi della legge - è da conside

rarsi innocente.

Non possiamo sapere se qualcuno gli aveva consigliat­o di farsi da parte, dal momento che oltre ai vincoli posti dalla legge ci sono quelli dettati dall’opportunit­à, dalla sensibilit­à e dallo stile. Si tratta di scelte che non sono assolutame­nte in grado di giudicare, dunque me ne guardo bene: nessuno pretende di sostituirs­i alla giustizia, e in ogni caso la presunzion­e di innocenza è un principio inviolabil­e. Quello che posso rilevare è che probabilme­nte in certi casi sarebbe più prudente evitare di mandare messaggi ambigui: è vero che purtroppo a volte i processi si trascinano per anni rischiando di paralizzar­e la vita di un cittadino, ma finché la colpevolez­za non può essere esclusa forse sarebbe più opportuno defilarsi (o incoraggia­re a defilarsi). Anche se la legge non lo impone, e anche solo per evitare di suscitare polemiche e pettegolez­zi.

FORSE, FINCHÉ I PROCESSI SONO IN CORSO, SAREBBE PIÙ OPPORTUNO DEFILARSI DALLA SCENA

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IN PIAZZA CONTRO GLI ABUSI Roma. Sopra, una manifestaz­ione in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne di quest’anno.

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