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Claudio Cecchetto «Mi candido a sindaco» di P. Diaco

CLAUDIO S’È CANDIDATO A PRIMO CITTADINO DI MISANO ADRIATICO. E SUL DUO BAUDO-ROVAZZI...

- di Pierluigi Diaco

Una sua paura? «La noia». Un suo alleato? «Il talento degli altri». È questo ad accenderlo. Claudio Cecchetto è un pioniere vero, non soltanto inventore, ma alchimista dello spettacolo: gli deve parecchio la radio italiana che al suo metodo si è ispirata per confeziona­re programmi e palinsesti, gli devono eterna riconoscen­za Gerry Scotti, Jovanotti, Fiorello, Amadeus. E poi, MarcoBaldi­ni, gli 883, Sabrina Salerno, Sandy Marton, Luca Laurenti, Daniele Bossari, Fabio Volo, Leonardo Pieraccion­i, Francesco Facchinett­i e i Finley, artisti di lunga e gloriosa carriera ometeore cult per appassiona­ti. Gli dovrebbe un riconoscim­ento ufficiale la discografi­a italiana che da Cecchetto ha imparato come si allevano i giovani talenti. Ma la gratitudin­e è un sentimento della vigilia. E così, il geniale ideatore del tormentone del Gioca Jouer (era il 1981) non soltanto non serba alcun rancore ma ha deciso di cambiare campo di gioco puntandota­ndo sull’arte più impopolare i del momento: la politica. Avete A capito bene: Claudio Cecchetto ora o vuole fare sul serio occupandos­i della d “cosa pubblica”. La candidatur­a a sindaco di Misano Adriatico sembra essere e diventata una missione: dopo aver a contribuit­o, a partire dai primi Anni A 80, a trasformar­e Riccione nella l patria del divertimen­to italiano, ora o è il turno della più piccola e meno n conosciuta Misano. «I tempi sono

cambiati: oggi governano i brand. Renzi, Berlusconi, erlusconi, Salvini, la Meloni:oni: sono marchi che funzionano zionano nell’ipermercat­oo della politica. E io ho scelto dimettere ilmio o brand al servizio del luogo che amo». Ha già pronto lo slogan? «Misano ti amo». Partito? «Nessun partito, nessuna bandiera, nessuna ideologia, niente di già visto. Punto sul senso di appartenen­za». Quindi? «Mi candiderò con una lista civica. I partiti sono fermi al ‘ 900, le liste civiche sono il futuro». La politica e la musica cosa hanno in comune? «Posso dirle cosa hanno in comune la mia attività nellamusic­a e ilmionuovo impegno in politica». Sono tutto orecchie. «Ho sempre avuto ben presente l’idea che una canzone ha senso se viene pensata al servizio di chi ascolta. Da politico, anche se la definizion­e non la trovomolto adatta allamia persona, tenterò di fare di Misano una città a misura di cittadino, al servizio non solo di chi la abitama anche e soprattutt­otutto di chi la frequenfre­quenta». Perché dovremmo pensare che sarebbe un politicopo­litic credibile? «Non voglio appagare la mia ambizione, l’obiettivo è più profondo. Questa estate ho iniziato, con entusiasmo e umiltà, a conoscerem­eglio i cittadini, i commercian­ti, i proprietar­i degli stabilimen­ti balneari, i giovani residenti e gli anziani. Lamia credibilit­à sta tutta qua: nell’amore verso questo fazzoletto di terra che si affaccia sul mare». Idolo politico? «Mai avuti. La politica non ha il compito di creare miti o idoli, ma solo il dovere di occuparsi del bene altrui». Parla già da politico navigato. «Sono un sognatore. Non si può fare politica senza avere grandi sogni». C’è una star tra i politici che ci governano? «Salvini. Ha la rara capacità rara di comunicare in maniera molto schietta e allo stesso tempomolto educata». Ha detto: «Sono diventato Cecchetto col culo». Me la spiega? «Nella vita, oltre ad avere culo, bisogna anche farselo. Servono passione e fortuna. Io ho avuto entrambe». Nelle profession­i conta più il culo o il talento? «L’uno non sopravvive senza l’altro». Lei è stato rivoluzion­ario? «Preferisco dire che ho sempre fatto ciò che sentivo. Certo, nell’impresa radiofonic­a sono stato il primo a fare cose che hanno rivoluzion­ato il settore, ma non si conclude mai nulla di importante da soli. Il mio talento è stato scegliere collaborat­ori e alleati appassiona­ti e motivati almeno quantome». «Ho conosciuto tanti giovani che volevano diventare star», ha scritto nel suo libro. Quello che l’ha colpita di più? «Tutti, ma ognuno inmaniera diversa. Da Lorenzo Jovanotti a Max Pezzali a Fiorello, ognuno dei talenti cheho contribuit­o a formare e far crescere aveva qualcosa di unico da comunicare». Una delusione artistica? «Ne ho avute pochissime perché mi sono sempre dato una regola: quando le cose non vanno, per non sprecare energie chiudo e passo ad altro». Rovazzi e il suo amico Pippo Baudo conducono Sanremo Gio

vani: buona scelta? «Ottima. La coppia, già sulla carta, crea curiosità. Rovazzi si ritrova a fare la mia stessa esperienza quando, nel 2002, affiancai Baudo alla conduzione di Destinazio­ne Sanremo. Lavorare con Pippo è un privilegio, un motivo di fierezza. Consiglio a Fabio di divertirsi perché Pippo ama farsi contagiare dall’allegria di chi lo affianca». ConsigliaB­aglioni per Sanremo? «Claudio è la musica leggera italiana. Ha già fatto un Festival molto buono. Sono certo che farà bene anche il secondo, ma gli consiglio di non fare il terzo, se no rischia di superare il mio record» ( ride).

 ??  ?? SEMPRE IN FORMA Misano Adriatico (Rimini). Claudio Cecchetto, 66 anni, a MisanoMari­ttima, il distretto smart che ha lanciato in estate. «Se verrò eletto, vivrò qui, ma viaggerò per raccoglier­e e “importare” le idee migliori», dice.
SEMPRE IN FORMA Misano Adriatico (Rimini). Claudio Cecchetto, 66 anni, a MisanoMari­ttima, il distretto smart che ha lanciato in estate. «Se verrò eletto, vivrò qui, ma viaggerò per raccoglier­e e “importare” le idee migliori», dice.
 ??  ?? OK, LA COPPIA È GIUSTA A sinistra, Pippo Baudo, 82, con Fabio Rovazzi, 24. Adestra, Baudo con Cecchetto.
OK, LA COPPIA È GIUSTA A sinistra, Pippo Baudo, 82, con Fabio Rovazzi, 24. Adestra, Baudo con Cecchetto.
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ERAUNMITOG­IÀ40ANNI FA A lato, Cecchetto in una foto del 1981. Sopra, il suo GiocaJouer, tormentone di 37 anni fa tuttora in voga nelle discoteche. «Nella vita ho avuto passione e fortuna»

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