LUCA BOTTURA
L’ ITALIA HA QUASI 2.500 TONNELLATE DI RISERVE AUREE. PIÙ DINO IN EH ANNOSO LOGLI STATI UNITI, LA FRANCIA E IL FONDOMONETARIO INTERNAZIONALE
Un bel fico secco. E potrebbe anche starci, visti i tempi in cui celebriamo quotidianamente nozze con i fichi secchi. Ma come, si è detto qualcuno, abbiamo tutto questo oro e non lo usiamo per ridurre il nostro debito pubblico? Sembra verosimile e, del resto, con quasi 2.500tonnellate, la nostra riserva aurea è la quarta
del mondo, dopo Stati Uniti, Germania e FondoMonetario Internazionale. Peccato che non sia proprietà del Governo, ma della Banca d’Italia. E, anche volendo insistere sulla suggestione di un esproprio proletario, vendendolo tutto, incasseremmo un’ottantina di miliardi di euro che, al massimo, compenserebbero
meno del 5% del nostro immane indebitamento statale. Poi, nel momento in cui volessimo venderlo, una quantità tale riversata all’improvviso sul mercato ne farebbe scendere il prezzo, con buona pace di chi crede nell’oro come bene rifugio. E di chi bussa al “monte dei pegni” per liquidare il suo Rolex o la sua catenina. Giusto anche chiedersi, allora, per carità, che cosa se ne faccia comunque laBanca d’Italia con tutto questo oro. Semplice: a fronte di poco ingombro, èuna sicurezza, anche se più emotiva che tecnica. Non è più un requisito per stampare moneta (com-
pito, ormai, della Banca Centrale Europea) e non determina la solidità di
un Paese. Però affascina: può essere scambiato con facilità, perché tutti lo accettano, sanno cos’è e quanto vale. Sarebbe bello poter dire la stessa cosa, in questo frangente storico, dei titoli di Stato. Ma così non è.