VITTORIO SGARBI
LA COLLEZIONE SALCE RACCONTA I PRODOTTI MA ANCHE LA SOCIETÀ
Èuna carrellata a ritroso nel tempo che testimonia come eravamo, dall’Italia del secondo dopoguerra, caratterizzata dall’esigenza di ricominciare, sino alla crescita produttiva e demografica di fine Anni 50 e al decennio successivo. Un percorso attraverso l’evoluzione della pubblicità coincisa con quella della società e del benessere che l’esposizione Capolavori pubblicitari Collezione Salce. Verso il boom! 1950 – 1962 narrano sino al 17 marzo a Treviso, nell’omonima raccolta che annovera circa 25 mila tra affiches e manifesti. Autori già noti nell’ambito della grafica illustrata si cimentarono in quegli anni nell’ideazione di campagne pubblicitarie andando
oltre la singolarità del manifesto per lasciare spazio alla serialità di “piccole storie” costruendo dei racconti in evoluzione. Il prodotto da reclamizzare è reso identificabile
come mai prima d’ora. Sono gli anni dei manifesti a metà fra la grafica e la fotografia, dove attrici internazionali prestano il volto a una saponetta, l’acqua frizzante è fatta in casa con le bustine, la carne è comoda e gustosa anche in scatola, le macchine da scrivere moderne sono ambite dalle segretarie. In Italia lavoreranno grandi agenzie internazionali a fianco delle italiane, una per tutte l’Armando Testa. Anche prodotti esteri iniziano ad avere bisogno di pubblicità a noi più congeniali: il neo consumismo si avvarrà di artisti come Rotella, Warhol e Rauschenberg.