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L’INTERVISTA Elisabetta Cametti: Così la tv mi aiuta come scrittrice

- L. CaprittiC

Dopo due romanzi nei panni di una fotoreport­er sulle tracce di spietati serial killer, avevo bisogno di tornare a seguire l’intuito di Katherine Sinclaire per portare alla luce misteri millenari. Katherine attraverse­rà il tempo per rispondere alla domanda su cui gli studiosi dibattono da sempre: perché Napoleone ha intrapreso la campagna d’Egitto, sapendo che ne sarebbe uscito sconfitto? Un viaggio che la condurrà dall’Isola d’Elba ai segreti del Nilo, tra labirinti di conoscenze antichissi­me e pericolosi intrighi familiari».

Elisabetta Cametti, questa volta c’è dimezzo Napoleone, ma ci sono stati pure gli Etruschi. Da che cosa nasce la sua passione per la Storia?

«Dalla convinzion­e che i segreti del futuro siano racchiusi nel passato. Per avere una migliore visione sul domani dobbiamo studiare l’eredità lasciata da chi ci ha preceduto».

Lavorare in tv l’aiuta o la distrae?

«Mi consente di guardare da vicino i casi di cronaca e attualità, di accrescere lamia conoscenza sulle tecniche investigat­ive, sui temi legali e sulla definizion­e del profilo psicologic­o di killer e vittime. Elementi utili per la stesura dei romanzi che verranno. Il sogno nel cassetto è di vedere realizzata la trasposizi­one cinematogr­afica dei miei romanzi».

Che sono anche tradotti all’estero...

«Questomi dà un’emozione vera, pura, intensa. Non c’è soddisfazi­one più grande di sapere che Katherine continua a incontrare nuovi lettori».

È vero che Katherine e Veronika, finora protagonis­te delle sue due diverse serie, si incontrera­nno?

«Sì, il fiuto di Veronika e il coraggio di Katherine saranno nno protagonis­ti di i un romanzo ad alt tissima tensione. Due donned molto diverse nell’aspetto, ne el modo di ragionare, mam unite dalla sete di giustizia».

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