Il fidanzato di Nina Moric Pestato per aver soccorso una ragazza di Lavinia Capritti
UN OCCHIO LIVIDO E FERITE AL VOLTO, PER SOCCORRERE UNA RAGAZZA. MAL’ EXGIEFFI NO RIFAREBBE TUTTO E DICE: «MI SAREI VERGOGNATO A RIMANERE FERMO A GUARDARE»
Epoi dicono che chi ha molti muscoli pensa solo a bicipiti e tricipiti. Ecco qui, servita su un piatto d’argento, la prova contraria: protagonista Luigi Mario Favoloso, ex gieffino, nonché (salvo crisi dell’ultimo minuto) compagno di Nina Moric. Favoloso ha fatto ciò che qualunque persona perbene dovrebbe fare trovandosi davanti una giovane donna in difficoltà, ovvero è corso in suo aiuto beccandosi in cambio un occhio livido, una ferita, quattro giorni di prognosi e due ore in un pronto soccorso. Siamo a Milano, Favoloso assiste a un alterco tra una ragazza e un uomo. Interviene ed evita che succeda qualcosa di brutto. Non è unu cavaliere moderno o? Quando lo contat ttiamo lui si scher rmisce: «E che devo o dire? Quando sono o intervenuto c’era un n sacco di gente che e faceva finta di non vedere la ragazza in difficoltà. Io ci ho riflettuto tre secondi, poi mi sono detto: proba- bilmente non succederà nulla ma se dovesse mai succedere qualcosa non ci dormirei più la notte. Quindi non sono io l’eroe della situazione, sono gli altri che sono sbagliati». La ragazza soccorsa si chiama Nadia, ha 26 anni ed è felice di aver avuto un cavaliere moderno a disposizione. Ci dice: «Stavo facendo manovra con la macchina e a un certo un uomo è sbucato dal nulla con aria aggressiva, urlandomi parolacce, come se avessi rischiato di urtarlo. Io vedevo che c’era un ragazzo immobile che mi guardava mentre ero aggredita e per un attimo ho anche pensato che fossero in combutta. In realtà era Luigi che è venuto in sosoccorso. Mi ha detto: “Va tutto bene? E io: “Non proprio”. Luigi g gli è arrivato alle s palle, appena quello si i è girato gli ha tirato la aborsa in faccia e si è di ileguato». Lei, Nadia, l’a aveva riconosciuto? «NNo, ma lui continuava a dire: “Devo chiama are Nina”. Nina chi, pen nsavo io? Poi, però, l’ho o scoperto».