Oggi

GIORGIO DELL’ARTI

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Macron è talmente nei guai che lunedì sera ha dovuto promettere la luna ai francesi per calmare le proteste.

La luna, cioè soldi? Sì, non solo sono spariti gli aumenti di prezzo dei carburanti, ma verrà aumentato di 100 euro anche il salario minimo, gli straordina­ri non saranno più tassati e via concedendo. Dieci miliardi di costi per lo Stato. Un favore all’odiato governo italiano.

Perché? Lamanovra francese stava già al 2,8-2,9% del Pil. Dando corso alle sue promesse, Macron sfonderà ancora una volta il 3%. Potrà l’Europa dirgli di no? E dopo avergli detto di sì, potrà continuare a fare il viso delle armi all’Italia? Però, suppongo, la popolarità del presidente

francese, dopo questi impegni, sarà risalita. Chi sa. Per ora resta valido l’appuntamen­to di sabato mattina all’alba sugli ChampsÉlys­ées. Il filosofo Fitoussi, intervista­to dal Fatto, ha definito il presidente «un imbecille». L’ultimo sondaggio attribuiva a Macron e al suo partito un 20% dei consensi e stimava in un 12% la potenziali­tà dei gilets jaunes se si costituiss­ero in partito. Voti sottratti sia alla Le Pen, sulla destra, che a Mélenchon sulla sinistra. Sulla popolarità di Macron c’è tuttavia da fare un discorso.

Quale? Questo 20% attuale è di poco inferiore alla percentual­e che Macron ottenne al primo turno del ballottagg­io. Il mezzo plebiscito del secondo turno conta poco: dall’altra parte c’era Marine Le Pen, per la quale, alle persone perbene, era proibito votare. Quindi il nostro uomo non è mai stato troppo popolare e dopo le elezioni lui e sua moglie Brigitte hanno fatto parecchi errori di comunicazi­one. Risultano alla fine antipatici, specie per le manie di lei di spender soldi pubblici per comprare servizi di piatti o rifare la moquette al salone delle feste dell’Eliseo. Però anche il loro sistema elettorale, tanto amato da Giovanni Sartori, ne esce male. Come si fa ad affidare tutto a uno che piace solo a un francese su cinque? Forse la nostra Corte costituzio­nale, quando bocciò l’Italicum pretendend­o che per governare si ottenesse almeno il 38-40%, non aveva tutti i torti.

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UN RE SENZA CORONA Annecy, Francia, 8 dicembre: i “gilet gialli” contro il Presidente.
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