a cura di Daniela Stigliano MiopiaCome“vincerla”? Il trucco è vivere all’aria aperta di Mariateresa Truncellito
MEZZAITALIAVEDEMALEDALONTANO. COLPADELL’ECCESSIVA LUCE ARTIFICIALE. ASSOLTI (PARZIALMENTE) TELEFONINI E PC Se entrambi i genitorigen sono miopi, è più probabile che anche i figlilo siano.
Quattrocchi!»: i menogiovani ricordano di sicuro come venivano presi in giro i bambini occhialuti, che spesso avevano anche il “torto” di essere i primi della classe, qualche decennio fa. Un appellativo passato di moda, oggi che la miopia, il difetto visivo più comune tra le giovani generazioni, è diventato quasi la normalità. «In Italia circa metà della popolazione non vede bene da lontano, e
il dato è piùmarcato e in crescita tra i giovanissimi, che indossano occhiali fra le elementari e le scuole superiori
», conferma Pasquale Troiano, direttore dell’Uoc di Oculistica all’Ospedale Fatebenefratelli “Sacra Famiglia”, e presidente del Comitato tecnico scientifico della Soi, la Società oftalmologica italiana che celebra i suoi 150 anni.
In alcunearee dell’Asia, comeSingapore, si arriva fino al 90%.
Ma anche negli Stati Uniti è il disturbo della vista più comune e l’incidenza è salita del 70% negli ultimi 15 anni. Un “boom” che, secondo gli esperti, si spiega soprattutto con alcuni cambiamenti nello stile di vita. Uno studio di ricercatori austrialiani e di Singapore, pubblicato sulla rivistaOphthalmology, ha previsto che, entro il 2050, metà della popolazione mondiale, 5 miliardi persone, sarà affetta da miopia: nel 2000 era circa un quarto (1,4 miliardi).
MOLTE LE CAUSE
Esistono lamiopia congenita, cioè presente dalla nascita, e quella infantile, che si manifesta intorno ai 6-7 anni, ma
la forma più comune compare al momento della pubertà.
Per fortuna la miopia a un certo punto si arresta, in genere intorno ai 20 anni. Le cause della miopia sono definite “multifattoriali”, cioè non ce n’è solo una: conta innanzitutto la familiarità, cioèèpiùfacilecheunbambinodiventi miopeseci sonocasi in famiglia (dipiù se uno o entrambi i genitori lo sono), maanche
il tempopassato a leggere, stimolando troppoilmeccanismo che permette la messa a fuoco da vicino
(accomodazione), tanto che una volta si parlava di “miopia scolare”. «Che ci sia una correlazione è risaputo», spiega Troiano: «In Corea del Sud, dove ai bambini viene imposta un’educazione
quasimilitare, impegnandoli nello studio anche fino a 15-18 ore, la miopia è diffusissima».
POCHI ORIZZONTI
C’è chi ipotizza che l’aumento di questo difetto visivo nei Paesi industrializzati derivi dal fatto che non guardiamo più orizzonti aperti: in effetti,
siamo circondati da palazzi, viviamo in ambienti chiusi e non abbiamo nemmeno bisogno di andare a caccia per procurarci il cibo.
Tutto ciò rende superfluo essere dotati di... “occhio di falco”: «Un tempo i piccolimiopi erano l’eccezione perché, a parte la scuola e i compiti, trascorrevano comunque molto tempo giocando per strada e nei prati, perché il trafficocittadino loconsentiva», commenta l’esperto. «Oggi non è più possibile: i bambini di 6-10 anni, divisi tra scuola, palestra, piscina, accademia didanza, tv eplaystation e tragitti inautomobile, è già tanto se stanno all’apertomezz’ora al giorno». È molto probabile che ciò, insieme alla mancanza di luce solare e all’“abuso” di quella artificiale possa influenzare l’insorgenza della miopia, intervenendo nei meccanismi di produzione della dopamina:
la luce naturale stimola la produzione di questo neutrotrasmettitore che limita la crescita del bulbo oculare.
Tanto che neibambinidi 5-6 anni che hanno questo difetto visivo, e quindi spesso destinati a raggiungere elevati livelli di miopia durantegli anni della pubertà, l’oculista può prescrivere la somministrazione, una volta al giorno, di colliri a basedi atropinaabassissima concentrazione che, oltre a ridurre la capacità accomodativa della retina, “mima” l’effetto della luce naturale permettendo così di rallentare l’evoluzione almeno fino ai 10 anni».
FATELI GIOCARE FUORI CASA
Da sfatare, invece, il ruolo di cellulari, tablet e playstation. «
La luce blu che emettono è infinitamente minore rispetto a quella della luce naturale
», osserva Troiano, «dalla quale bisogna proteggersi indossando occhialidasole anche d’inverno. Sappiamo infatti che che la luce solare presa nei primi 5-6 anni di vitadachinasceneiPaesi della fascia equatoriale aumenta il rischio di patologie dell’occhio nell’età adulta». Certo: passaremolte ore al computer o compulsando il telefonino (che, oltre a emettere luceblu si guardanoda vicino, comei libri) vaasommarsi adaltrimotivi di “affaticamento” dell’occhio che non giovano alla miopia, di più perché questi device vengono usati in casa con la luce artificiale. La raccomandazione essenziale, quindi, è che invece di passare il weekend con la Playstation o la tv (ma anche nelle sale giochi, nei fast food o nei centri commerciali),
i bambinidovrebberocomunqueessere incoraggiati a giocare e a praticare attività all’aperto.
Anche in settimana, quanto più è possibile.