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Agenda cultura di Livio Colombo

LA TELA DIVENTA “FILM”, CHE DIAVOLERIA DI MOSTRA!

- Enrico Saravalle

Tecnologia avanzatiss­ima quella del video mapping ma è proprio grazie a questa diavoleria che video e filmati possono essere proiettati a grandissim­a dimensione su superfici reali (pareti, schermi, soffitti…), in modo da ottenere un effetto artistico al top. Una esperienza immersiva, l’hanno definita ed è proprio questa esperienza che si vive visitando la mostra Caravaggio. Oltre la tela (al Museo della Permanente di Milano fino al 27 gennaio 2019).

Un vero e proprio racconto cinematogr­afico, composto da una serie di immagini girate appositame­nte, ispirate alle vicende più segrete e private del grande pittore,

il tutto condito da effetti speciali, colonna sonora coinvolgen­te, particolar­i dei capolavori caravagges­chi. Fedele alla cronologia, il percorso è suddiviso in quattro atti (che corrispond­ono a quattro stanze) e illustra oltre 40 opere del Merisi. Nella prima parte, dedicata alla

giovinezza e alla prima formazione artistica,

si vede il giovane Michelange­lo diventare apprendist­a a Milano e successiva­mente a Roma, dove dipinge tre opere straordina­rie come il Riposo nella fuga in Egitto, la Buon Ventura e I bari. La tappa successiva è dedicata agli anni del

trionfo: un potente cardinale della curia romana diventa il suo mecenate e Caravaggio dipinge le tele laterali e la pala d’altare (tutte ispirate alla vita di San Matteo) di una cappella nella chiesa di San Luigi dei Francesi. Ma, è questo è il terzo atto, c’è anche il lato oscuro nella biografia del pittore, quello che lo vede

assiduo frequentat­ore di bettole e osterie malfamate, amico di giocatori e bari, cliente di prostitute

(una di queste gli serve da modella per il quadro La Morte della Vergine), attaccabri­ghe litigioso e violento, tanto che in una rissa ucciderà un uomo e dovrà fuggire da Roma. L’ultimo atto è dedicato agli anni

della fuga, prima a Napoli dove dipinge la Flagellazi­one e Le Sette Opere di Misericord­ia, poi a Malta, in Sicilia e poi ancora a Napoli. In un viaggio disperatis­simo e avventuros­o verso Roma si ammala dimalaria e muore a Porto Ercole a meno di quarant’anni.

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