Oggi

Anche gli uomini, nel loro piccolo, possono piangere

A UN CONCORRENT­E IN LACRIME IL CUOCOPIÙ FAMOSODELL­ATV HA GRIDATO: «MASEI UNMASCHIO!». SECONDOGLI ESPERTI, È VERO CHE LE DONNE PIANGONOIL DOPPIO DEGLI UOMINI, MAIVERI EROI NONSI VERGOGNANO­DI FARLO. PERESEMPIO, NELL’ANTICHITÀ...

- Di Alice Corti

Venti secondi di show hanno scatenato un putiferio: perché gli uomini non dovrebbero piangere? Il caso è scoppiato durante una puntata di Hell’s Kitchen Italia, il cooking show che vede in gara aspiranti chef. Davanti all’elogio di Carlo Cracco («Il tuo piatto era buonissimo»), il concorrent­e Rodolfo Tagliafier­ro si è commosso e si è strofinato gli occhi umidi. Apriti cielo! L’inflessibi­le giudice Cracco non ha digerito il suo comportame­nto: «Ma cosa fai, ti metti a piangere? Ma sembri un barboncino... Ma sei un maschio c...o! Macchè emozione!». Insomma, esprimere emozioni è affare da femmine e basta? Iniziamo con una certezza: le donne piangono più degli uomini. Lo dice la scienza e lo confermano le ricerche. Gli studiosi Adrianus Vingerhoet­s e Jan Scheirs lo hanno verificato in ben 14 indagini. E, secondo un son- daggio, svolto da un’azienda tedesca che produce lacrime artificial­i, su una platea di 2 mila partecipan­ti, durante l’intera vita adulta le donne piangono circa 4.680 volte, più o meno sei volte al mese: più del doppio dei maschi, cui capita al massimo, in media, tre volte al mese. E l’80 per cento delle intervista­te ha ammesso di aver pianto almeno una volta in pubblico, contro il 44 per cento dei rispondito­ri uomini. Eppure non sono infrequent­i le immagini di maschi con le lacrime agli occhi. Anzi. Abbiamo visto Gianluigi Buffon struggersi per la mancata

qualificaz­ione ai Mondiali di calcio, ma anche il tennista Roger Federer singhiozza­re dalla felicità dopo aver sconfitto Marin Cilic agli Australian Open. Ci si dispera per un traguardo mancato e si piange a dirottodop­o aver raggiunto un risultato positivo desiderato da tanto tempo. Ci si commuove davanti a una scena romantica e si piange per un lutto. Anche il principe William, nel 2016 al Taj Mahal conKate, si è commosso ricordando la madreDiana, che lì era statanel 1992.

IL “TRUCCO” UMANO

«Il pianto è una manifestaz­ione tipicament­e umana, non si riscontra negli animali, dove invece la lacrimazio­ne serve solo per lubrificar­e l’occhio: è un aspetto innato per catturare l’attenzione degli altri durante una situazione di stress», spiega Marco Costa, professore di Psicologia all’Università di

Bologna, che svolge ricerche nell’ambito delle emozioni. «Si piange molto da bambini, con vocalizzaz­ioni diverse per indicare il senso di fame, il dolore fisico, l’abbandono, poi nell’età adulta la frequenza si abbassa. Risale nella terza età, quando si diventa più vulnerabil­i e, solitament­e, si è più esposti a lutti».

PESANO 25 MILLIGRAMM­I

Una lacrima, in media, pesa solo 25 milligramm­i. Ma racchiude moltissime sostanze. Tra queste, due ormoni: «l’ a dreno corti co tropo, che stimolala produzione di cortisolo, presente negli stati di stress, e la prolattina, che nelle donne regola il ciclo mestruale», spiega il professor Costa. Ecco perché le signore piangono di più. Ci sono altri duemotivi. «Uno psicobiolo­gico: le donne hanno in generale un vissuto emozionale più intenso» ( pensiamo a quando Antonella Clerici si è congedata dalla Prova del cuoco, ndr) e «fanno più attenzione alle espression­i facciali». L’altro, spiega il professor Costa, è squisitame­nte sociale: «Agli uomini viene insegnato a non piangere come caratteris­tica distintiva: più vuoi apparire come “uomo”, meno devi manifestar­e lacrime. Anche se ora queste differenze tra maschi e femmine vanno diminuendo, sono meno accentuate». Tornando indietro nel tempo, a dispetto di chi vuole il maschio “rude e insensibil­e”, i veri eroi piangevano eccome. Ce lo spiega lo scrittore Matteo Nucci, autore di Le lacrime degli eroi e (Einaudi Tascabili). «Nei ppoemi omerici i grandi eroi ppiangono sempre, tutti. Dall’inizion alla fine: nell’Odissea, UUlisse quando desidera tornnare a casa e quando incontra il vecchio padre Laerte; nell’Iliade, li quando Achille piange primapr con lamadre e poi, alla fine,fi assieme a Priamo (uno ha persope l’amico Patroclo, l’altro ha perso il figlio Ettore). Si piange di commozione, dolore, nostalgia, paura. Anzi, l’unico che non piange è considerat­o una “femminucci­a”: è Paride, colui che seduce Elena, considerat­o da suo padre Priamo un ragazzino che si interssa solo di donne, balli e danze». Gli uomini («ma anche le donne») piangono e sono “eroi ed esseri umani” «perché non hanno vergogna della loro fragilità: è una parte di cui sono consapevol­i e la esaltano. Chi invece rifiuta quella parte non è un essere umano completo», spiega Nucci.

GLI EROI DEI POEMI

E allora, perché si è arrivati a caldeggiar­e un’immagine di uomo inflessibi­le? «Già nel quinto secolo Platone sosteneva che i guardiani della città non dovessero mostrarsi in lacrime. Nei poemi omerici invece la prospettiv­a era terrena, non esisteva l’Aldilà e si esaltava il momento. Poi, quando le religioni parleranno di vita ultraterre­na, la vita attuale apparirà dimezzata e si potrà evitare di vivere appieno il nostro modo di essere», spiega Nucci. Ma ricordiamo­ci che «sia nei poemi omerici, sia nell’epoca attuale, c’è il pianto vitale ( le “calde lacrime” che esaltano la nostra sensibilit­à) sia il pianto negativo, il “gelido pianto”, quello inautentic­o, fatto per ingraziars­i qualcuno o per mentire». Insomma, siete ancora sicuri che gli uomini non debbano piangere?

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