Oggi

L’ETICHETTAD­EVE INDICARE SE IL PANE È SURGELATO

LA SPESA CONSAPEVOL­E

- Enrica Belloni

Da oggi il pane che ha subito un processo di surgelazio­ne e congelamen­to o che contiene additivi chimici e conservant­i dovrà avere un’etichetta con la definizion­e

“conservato” (specifican­do con qualemetod­o) o “a durabilità

prolungata”. Sarà definito pane fresco solo quello privo di additivi e di altri trattament­i che ne favoriscan­o la conservazi­one: per dare tale definizion­e non devono passare più di 72 ore dall’inizio della lavorazion­e alla vendita (a eccezione del rallentame­nto della lievitazio­ne). Così si potrà fare una scelta davvero consapevol­e e si eviterà di scambiare per pane fresco quello surgelato o conservato, che dovrà essere posto in comparti distinti rispetto a quelli del pane fresco. Il ministero dello Sviluppo economico fornisce anche la definizion­e di panificio: è «l’impresa che dispone di impianti di produzione di pane ed eventualme­nte altri prodotti da forno e svolge l’intero ciclo di produzione dalla lavorazion­e delle materie prime alla cottura finale».

Il nuovo decreto, infine, tutela anche i pani della tradizione popolare italiana. Sei sono stati addirittur­a riconosciu­ti dall’Unione Europea. Sono: la Coppia ferrarese, la Pagnotta del Dittaino, il Pane casareccio di Genzano, il Pane di Altamura, il Pane Toscano e il Pane di Matera. Aquesto punto, l’ultimo sforzo sarebbe quello di indicare in etichetta l’origine delle farine utilizzate per consentire ai consumator­i di compiere scelte più consapevol­i e alle imprese di far emergere il valore distintivo dei prodotti agricoli.

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Se è fresco si d È ffresco il pane senza additivi prodotto non più di 72 ore prima della vendita.

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