Un bicchiere di vino apasto? Non migliora affatto la salute
L’ ALCOL FA MALE, ANCHE IN QUANTITÀ CONSIDERATE MINIME. IN ITALIA BEVIAMOMENO CHE IN PASSATOMA NON È ABBASTANZA
L’alcol rie di etilicoèpresente bevande che fanno inunase- parte dell’ alimentazione di tutte le etnie, da secoli. Questo nonostante sia un fatto redi rischio per molte malattie e addirittura una droga che dà dipendenza e astinenza. Si pensa che un po’ di alcol faccia bene, soprattutto
se si tratta di vino rosso. Si diffondono credenze che ne supportano il consumo, comeil “paradosso francese”: i nostri cugini d’Oltralpe ne bevono molto e, contrariamente alle attese, hanno una relativamente ente ba sbas sa frequenza di infarti cardiaci. Il merito sarebbedel resveratrolo, una sostanza chimica capace di diminuire la formazione di coaguli sanguigni contenuta nel vino rosso. Maper avere concentrazioni attive di resveratrolo nell’uomo sarebbero necessarie decine di litri di vino e quindi dosi tossiche di alcol. Altri studi clinici avevanopoi stabilito che due bicchieri di vino al giorno potevano essere utili per diminuire il rischio di malattie cardiovascolari. Ma anche questi dati sono stati ridimensionati: autorevoli lineeguida indicano che non si dovrebbero assumerepiùdi 100grammi di alcol alla settimana, pocomenodi un litro di vino di gradazione alcolicamedia. Non finisce qui: altri lavori scientifici apparsi recentemente sono anche più categorici. Uno dice testualmen- te :« Nessun consumo di alcol migliora la salute», a cui fa seguito l’informazione del Chief Medical Officer del
Regno Unito che afferma: « Non ci sono concentrazioni innocue di alcol ». Affermazioni sostenute da una serie di ricerche che indicano come l’alcol sia una sostanza cancerogena nell’uomo e per questo non ci può essereunasoglia, unadosechenon rappresenti un fattore di rischio. In Italia il consumo di alcol è in diminuzione siaper i maschi siaper le femmine. Nel 1990imaschibevevano in media 6,1 bicchieri al giorno, nel 2016 erano 4. Le femmine nello stesso periodo di tempo sono passate da 3,5 bicchieri a 2,1. Lapercentualedi persone che consumano alcol è oggi del 59% per le femmine edell’80% deimaschi. La mortalità attribuita all’ alcol è di 41 mila persone l’ anno (28 mila maschie 13 mila femmine). È significativo l’aumento del consumo di alcol alla domenica, come pure è in aumento il nume rodi giovanissimi che lo consumano. Ne sanno qualcosa i medici dei Pronto Soccorso! C’è quindi ancora molto da fare, perché ridurre il consumo di alcol significa fare prevenzione. In conclusione, occorre fare propria l’ idea che l’ alcol fa male e che perciò con buon senso occorre ridurne il consumo il più possibile.