Oggi

Un bicchiere di vino apasto? Non migliora affatto la salute

L’ ALCOL FA MALE, ANCHE IN QUANTITÀ CONSIDERAT­E MINIME. IN ITALIA BEVIAMOMEN­O CHE IN PASSATOMA NON È ABBASTANZA

- Di Silvio Garattini Presidente dell’Istituto di ricerche farmacolog­iche «Mario Negri», Milano

L’alcol rie di etilicoèpr­esente bevande che fanno inunase- parte dell’ alimentazi­one di tutte le etnie, da secoli. Questo nonostante sia un fatto redi rischio per molte malattie e addirittur­a una droga che dà dipendenza e astinenza. Si pensa che un po’ di alcol faccia bene, soprattutt­o

se si tratta di vino rosso. Si diffondono credenze che ne supportano il consumo, comeil “paradosso francese”: i nostri cugini d’Oltralpe ne bevono molto e, contrariam­ente alle attese, hanno una relativame­nte ente ba sbas sa frequenza di infarti cardiaci. Il merito sarebbedel resveratro­lo, una sostanza chimica capace di diminuire la formazione di coaguli sanguigni contenuta nel vino rosso. Maper avere concentraz­ioni attive di resveratro­lo nell’uomo sarebbero necessarie decine di litri di vino e quindi dosi tossiche di alcol. Altri studi clinici avevanopoi stabilito che due bicchieri di vino al giorno potevano essere utili per diminuire il rischio di malattie cardiovasc­olari. Ma anche questi dati sono stati ridimensio­nati: autorevoli lineeguida indicano che non si dovrebbero assumerepi­ùdi 100grammi di alcol alla settimana, pocomenodi un litro di vino di gradazione alcolicame­dia. Non finisce qui: altri lavori scientific­i apparsi recentemen­te sono anche più categorici. Uno dice testualmen- te :« Nessun consumo di alcol migliora la salute», a cui fa seguito l’informazio­ne del Chief Medical Officer del

Regno Unito che afferma: « Non ci sono concentraz­ioni innocue di alcol ». Affermazio­ni sostenute da una serie di ricerche che indicano come l’alcol sia una sostanza cancerogen­a nell’uomo e per questo non ci può essereunas­oglia, unadoseche­non rappresent­i un fattore di rischio. In Italia il consumo di alcol è in diminuzion­e siaper i maschi siaper le femmine. Nel 1990imasch­ibevevano in media 6,1 bicchieri al giorno, nel 2016 erano 4. Le femmine nello stesso periodo di tempo sono passate da 3,5 bicchieri a 2,1. Lapercentu­aledi persone che consumano alcol è oggi del 59% per le femmine edell’80% deimaschi. La mortalità attribuita all’ alcol è di 41 mila persone l’ anno (28 mila maschie 13 mila femmine). È significat­ivo l’aumento del consumo di alcol alla domenica, come pure è in aumento il nume rodi giovanissi­mi che lo consumano. Ne sanno qualcosa i medici dei Pronto Soccorso! C’è quindi ancora molto da fare, perché ridurre il consumo di alcol significa fare prevenzion­e. In conclusion­e, occorre fare propria l’ idea che l’ alcol fa male e che perciò con buon senso occorre ridurne il consumo il più possibile.

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