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Flavio Briatore

«NON MI SERVE UN LAUREATO, MA UNO CHE PORTI AVANTI CIÒ CHE HO COSTRUITO », DICE FLAVIO. E RACCONTA IL RAPPORTO SPECIALE CONNATHANF­ALCO( CHE LUI CHIAMASOLO­FALCO)

- di Sabina Donadio

«Mio figlio non lo mando all’Università»

Flavio Briatore è un privilegia­to perché sa in anticipo cosa sia per lui il paradiso: il Kenya. Qui ha trascorsol­e sue vacanze di Natale, dopo aver passatola Vigilia a Montecarlo con lamamma di suo figlio, Elisabetta Gregoraci, come desiderava il piccolo NathanFalc­o. Sono stati la famiglia di sempre, uniti dall’amore fortissimo per la loro creatura, e poi il giorno dopo padre e figlio sono volati inAfrica per una magnifica vacanza a due, fatta di dolcissimi attimi di amore paterno e tante partite di calcio. Ha l’aria felice nelle foto. «È stato tutto super. Mi sono rilassato, mi sono goduto mio figlio. Le nostre vacanze sono all’insegna del relax, del benessere e dell’amicizia. Nonlavoran­do ho finalmente il tempo per quello che ci piace fare insieme: lunghe passeggiat­e sulla spiaggia al mattino, bagni in piscina, sole che riscalda, sport all’aria aperta. Il mio resort è davvero il nostro paradiso». La creatura le somiglia molto. «Mi fermo a guardarlo camminare perché davvero sembrame: un piccolo “FB”, il mio Falco». Scusi, ma io ancora non ho capito: il bambino ha otto anni, lei continua a chiamarlo Falco, mentre la madre lo chiama Nathan. Sarà un po’ confuso, il piccoletto… «Se io lo chiamo Nathan lui si arrabbia! È come se fossero due fratelli, ma in realtà è sempre lui». E che tipo è questo FB junior, allora? «A colpirmi è soprattutt­o la sua indipenden­za. E che non faccia mai nessun tipo di capriccio. Sa stare in ogni situazione». Forse perché è abituato a stare con gli adulti? «Ha molti amici, anche in Kenya. E, cascasse il mondo, dalle 18 alle 20 va sgomberato il campo da tennis perché per due ore vuole giocare a calcio con la sua squadra. Poi quest’anno ha imparato anche a giocare a bocce. È un bambino portato per lo sport, qualunque cosa faccia. Quando sto con lui ho l’impression­e di essere con un mini fratello perché non mi accorgo dell’età che ha. È responsabi­le, intuitivo, curioso, divertente».

«Ma a 14 anni lo spedirò in collegio in Svizzera»

L’affiatamen­to è palpabile. «Gli parlo continuame­nte e mi rivolgo a lui come a un adulto. Sia io che Elisabetta lo abbiamo sempre fatto e lui assorbe tutto. Sa di essere fortunato, ma è consapevol­e che esistano realtà diverse: in Africa visita spesso orfanotrof­i e scuole». Cosa farà da grande? «Come tanti bambini sogna di fare il calciatore profession­ista. Ma è troppo presto per capire chi o cosa sarà. A scuola va molto bene, si impegna e porta risultati». Chi la conosce sa che però il suo destino lei l’ha già scritto. «Falco sa che a 14 anni andrà in collegio in Svizzera a fare il liceo. Non può mica restare a Montecarlo a vita. Poi dopo il diploma verrà a lavorare con me». E se volesse fare l’università? «Non ne vedo la ragione: sarò io for-

«Il mio resort è il nostro paradiso»

marlo. Se uno ha una vocazione deve essere libero di assecondar­la, ma ame non serve un laureato, mi serve uno che porti avanti quello che ho costruito: se mi serve un commercial­ista o un avvocato lo chiamo e gli pago la parcella». Dovrà avere il suo intuito per circondars­i di persone giuste. «Lui si guarda intorno già adesso e capisce che c’è tanta gente che lavora con noi: sa che avrà una responsabi­lità anche lui. Io lo sto crescendom­ostrandogl­i l’importanza di unn buonb team. Se lavori bene, vieni pa agato molto bene, se non lo fai sei fuori.f Èmeritocra­zia e nulla di più» . Pure la fortuna pesa. «Non esiste la fortuna: esistono i sacrifici, l’impegno. Nulla casca dal cielo. Quello che fa la differenza, oltre a l lavoro, è la salute. Quella so ola conta, perché senza perd di tutto».

«È sempre al centro dei nostripens­ieri»

Lei sembra in ottima forma. «Ho avuto i miei momenti difficili in passato, ma adesso sono certamente più in forma di qualche anno fa. Faccio molta attività fisica, bado a ciò che mangio: ho un figlio piccolo, voglio fare in modo di stare il più possibile accanto a lui». Pare pure ringiovani­to… «Si è giovani nella testa, e se lavori lo sei per forza. Io vado in vacanza dove ho business, così comunque lavoro anche lì. Mantengo il cervello attivo quasi 24 ore al giorno». Dorme bene la notte? Avrà pur qualche pensiero… «Come tutti gli imprendito­ri è naturale che abbia le mie preoccupaz­ioni, ma di notte dormo lemie sei ore senza batter ciglio: vedo il letto e crollo. I pensieri si risolvono al mattino, non certo di notte». Sensi di colpa? Si è comunque separato… «No. Siamo due bravi genitori, focalizzat­i entrambi su nostro figlio. Restiamo una famiglia e Falco cresce sereno e amato». Siamo stati abituati a vederla con donne meraviglio­se: e adesso? «Ora faccio il papà. Non mi precludo nulla. Se succederà di incontrare una donna succederà, altrimenti amen: zero drammi. Va bene così!».

 ??  ?? AFFIATATIS­SIMIMalind­i (Kenya). Flavio Briatore, 68, e il figlio Nathan Falco, 8, per le stradine del “loro” Billionair­e, dove hanno trascorso, da soli, le vacanze di Natale. «Siamo affiatati: lo tratto come un adulto», dice Flavio.
AFFIATATIS­SIMIMalind­i (Kenya). Flavio Briatore, 68, e il figlio Nathan Falco, 8, per le stradine del “loro” Billionair­e, dove hanno trascorso, da soli, le vacanze di Natale. «Siamo affiatati: lo tratto come un adulto», dice Flavio.
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 ??  ?? A lato, Flavio, Nathan Falco ed Elisabetta Gregoraci, 38. «Nonostante la separazion­e, restiamo una famiglia: Falco cresce sereno», dice Briatore.
A lato, Flavio, Nathan Falco ed Elisabetta Gregoraci, 38. «Nonostante la separazion­e, restiamo una famiglia: Falco cresce sereno», dice Briatore.
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