Dopo 38 anni in fuga l’ha tradito il telefono
IL TERRORISTA È STATO BLOCCATO NELLA CITTA DI SANTA CRUZ, CON POCHI SOLDI INTASCA. ME NODI 24 ORE DOPO ERA IN ITALIA E IN ISOLAMENTO NEL CARCERE DI ORISTANO. DURANTE LA LUNGA LATITANZA HA TROVATO RIFUGIO ANCHE IN FRANCIA E INMESSICO
Dopo una fuga durata quasi 38 anni, Cesare Battisti è finalmente nellemani della giustizia italiana. Lo hanno catturato domenica scorsa in Bolivia, nella città di Santa Cruz de la Sierra, in un’azione congiunta delle forze di polizia italiane e boliviane, coordinate dall’Interpol. Il latitante è stato immediatamente imbarcato sul jet di Stato che lo ha ripor- tato in Italia. Lunedì mattina, ad attenderlo all’aeroporto di Ciampino, alla periferia di Roma, c’erano il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
COME LO HANNO TROVATO
Battisti è stato rintracciato seguendo le tracce lasciate dal suo smartphone. Era partito per La Paz dal piccolo aeroporto di Sinop, nello stato brasiliano del Mato Grosso, poi si è nascosto a Santa Cruz, una città cosmopolita e popolosa dove i suoi tratti occidentali nonavrebbero dato nell’occhio. È lì che la polizia boliviana lo blocca, in quello che lui pensa sia un normale controllo. In tasca ha pochi euro e non capisce immediatamente che la sua infinita latitanza è giunta al capolinea. Quello di fuggire in Bolivia è stato forse l’errore più grosso di Battisti: proba-
bilmente sperava di trovare appoggio e protezione da uno Stato guidato da un governo di ispirazione socialista e rivoluzionaria come quello di EvoMorales. Invece alla prova dei fatti le autorità boliviane hanno collaborato con gli investigatori italiani e il latitante è stato immediatamente consegnato. Se Battisti avesse aspettato l’estradizione (probabile ma non scontata) dal Brasile di sicuro avrebbe evitato di dover scontare in Italia l’ergastolo, in quanto questa pena nella nazione sudamericana è considerata tortura, e quindi l’Italia avrebbe dovuto necessariamen- te commutarla in 30 anni di carcere.
PUERTO ESCONDIDO
Cesare Battisti è ricercato dall’ottobre 1981, quando riuscì a evadere dal carcere di Frosinone (dove scontava una condanna in primo grado per partecipazione a banda armata). Il suo primo rifugio è a Parigi, dove vive 12 mesi in clandestinità. Poi si nasconde in Messico a Puerto Escondido, una località di mare con una nutrita comunità di italiani. Gabriele Salvatores ha anche girato il film omonimo nel quale il personaggio di Alex (Claudio Bisio) è liberamente ispirato a Cesare Battisti. Nel 1990 il terrorista torna in Francia, dove intraprende con qualche successo la carriera di scrittore e gode di molte protezioni politiche nonostante nel mentre fosse stato condannato in contumacia a quattro ergastoli per altrettanti omicidi. Nel 2004 Parigi concede finalmente l’estradizione del terrorista, che ancora una volta riesce a fuggire. Prima tenta di raggiungere l’Africa, poi aiutato da una rete di amici e fiancheggiatori arriva in Brasile, che nel 2009 gli accorda lo status di rifugiato politico.