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Dopo 38 anni in fuga l’ha tradito il telefono

IL TERRORISTA È STATO BLOCCATO NELLA CITTA DI SANTA CRUZ, CON POCHI SOLDI INTASCA. ME NODI 24 ORE DOPO ERA IN ITALIA E IN ISOLAMENTO NEL CARCERE DI ORISTANO. DURANTE LA LUNGA LATITANZA HA TROVATO RIFUGIO ANCHE IN FRANCIA E INMESSICO

- Di Andrea Greco Roma, gennaio

Dopo una fuga durata quasi 38 anni, Cesare Battisti è finalmente nellemani della giustizia italiana. Lo hanno catturato domenica scorsa in Bolivia, nella città di Santa Cruz de la Sierra, in un’azione congiunta delle forze di polizia italiane e boliviane, coordinate dall’Interpol. Il latitante è stato immediatam­ente imbarcato sul jet di Stato che lo ha ripor- tato in Italia. Lunedì mattina, ad attenderlo all’aeroporto di Ciampino, alla periferia di Roma, c’erano il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

COME LO HANNO TROVATO

Battisti è stato rintraccia­to seguendo le tracce lasciate dal suo smartphone. Era partito per La Paz dal piccolo aeroporto di Sinop, nello stato brasiliano del Mato Grosso, poi si è nascosto a Santa Cruz, una città cosmopolit­a e popolosa dove i suoi tratti occidental­i nonavrebbe­ro dato nell’occhio. È lì che la polizia boliviana lo blocca, in quello che lui pensa sia un normale controllo. In tasca ha pochi euro e non capisce immediatam­ente che la sua infinita latitanza è giunta al capolinea. Quello di fuggire in Bolivia è stato forse l’errore più grosso di Battisti: proba-

bilmente sperava di trovare appoggio e protezione da uno Stato guidato da un governo di ispirazion­e socialista e rivoluzion­aria come quello di EvoMorales. Invece alla prova dei fatti le autorità boliviane hanno collaborat­o con gli investigat­ori italiani e il latitante è stato immediatam­ente consegnato. Se Battisti avesse aspettato l’estradizio­ne (probabile ma non scontata) dal Brasile di sicuro avrebbe evitato di dover scontare in Italia l’ergastolo, in quanto questa pena nella nazione sudamerica­na è considerat­a tortura, e quindi l’Italia avrebbe dovuto necessaria­men- te commutarla in 30 anni di carcere.

PUERTO ESCONDIDO

Cesare Battisti è ricercato dall’ottobre 1981, quando riuscì a evadere dal carcere di Frosinone (dove scontava una condanna in primo grado per partecipaz­ione a banda armata). Il suo primo rifugio è a Parigi, dove vive 12 mesi in clandestin­ità. Poi si nasconde in Messico a Puerto Escondido, una località di mare con una nutrita comunità di italiani. Gabriele Salvatores ha anche girato il film omonimo nel quale il personaggi­o di Alex (Claudio Bisio) è liberament­e ispirato a Cesare Battisti. Nel 1990 il terrorista torna in Francia, dove intraprend­e con qualche successo la carriera di scrittore e gode di molte protezioni politiche nonostante nel mentre fosse stato condannato in contumacia a quattro ergastoli per altrettant­i omicidi. Nel 2004 Parigi concede finalmente l’estradizio­ne del terrorista, che ancora una volta riesce a fuggire. Prima tenta di raggiunger­e l’Africa, poi aiutato da una rete di amici e fiancheggi­atori arriva in Brasile, che nel 2009 gli accorda lo status di rifugiato politico.

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Appena sbarcato poliziotti È stato anche uno scrittore di gialli

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