I fedelissimi di Maduro
GLI USA, E NONSOLO, CHIEDONOUNPASSO INDIETROAL PRESIDENTE VENEZUELANO DOPO L’ AUTO PROCLAMAZIONE DI GUAIDÓ. DA NOI INVECE LE OPINIONI SONO O DISCORDI SCORDANTI
Ancora una volta il Venezuela precipita nel caos: Juan Guaidó, capo dell’Assemblea Nazionale di Caracas, il Parlamento dominato dall’opposizione, si è autoproclamato presidente ad interim “detronizzando” Nicolas Maduro e ottenendo il benestare del presidente americano Trump. Una mossa che è arrivata a pochi giorni dal giuramento diMaduro che il 10 gennaio scorso si è insediato, avviando il suo secondo mandato presidenziale. Mandato che l’opposizione però non ha mai riconosciuto. Così come i 13 Paesi del “gruppo di Lima” (Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, CostaRica, Guatemala, Guyana, Honduras, Panama, Paraguay, Perù e Saint Lucia) secondo i quali le elezioni dello scorsomaggio «mancavano di legittimità perché non vi hanno potuto partecipare tutti i partiti politici, non vi erano osservatori internazionali e mancavano le garanzie per un voto equo, libero e trasparente». «Dissidenti in carcere - ha scrittoVito D’Angelo sul Corriere della Sera - il potere nellemani di uno solo. È questo il Venezuela di Nicolás Maduro, ex autista di bus ed erede di Hugo Chávez, che nel nome di Simón Bolívar doveva redistribuire la ricchezza di un Paese baciato dalla fortuna per i suoi pozzi di petrolio». Anche in Italia Maduro può contare su alcuni fedelissimi, da Gianni Minà a
FaustoBertinotti, da NichiVendola a
Gianni Vattimo, al Manifesto. Il primo atto della Cgil targataMaurizio Landini è stato una “mozione urgente” a favore del regime
socialcomunista venezuelano: «Il congresso Cgil, visto quanto accade in Venezuela, secondo i propri principi di libertà, democrazia e solidarietà, approva una mozione di condanna verso l’autoproclamazione di JuanGuaidó a presidente e le ingerenze straniere verso la presidenza democraticamente eletta di Maduro». Sopprimere il Parlamento, arrestare e torturare i dissidenti, chiudere i media è democrazia? A dar voce alla linea delM5S è stato Alessandro Di Battista, che ha ripreso temi cari al movimento come l’anti-imperialismo, la vicinanza al chavismo e alla Russia di Putin, schieratasi a difesa del presidente Maduro. È intervenuto anche l’onorevole Pino Cabras, coautore di diversi saggi con Giulietto Chiesa: «Si sta ponendo grande enfasi sui diritti umani per usarli come un grimaldello contro il governo del Venezuela». Dal governo italiano, infine, solo frasi di circostanza, per non fare litigare M5S pro-Maduro e Lega pro-Trump. Possiamo permettercelo con 140 mila italiani in Venezuela?
DAL GOVERNO ITALIANO, SOLOFRASI DI CIRCOSTANZA PER NON FARE LITIGARE M5S PRO-MADURO E LEGAPRO-TRUMP