Perché l’Italia è stata condannata
Per la Corte di Strasburgo, però, non è provato che la Knox sia stata vittima di maltrattamenti.
A 11 anni dall’omicidio (1° novembre 2007) e dopo sette processi e quattro anni trascorsi in carcere, Amanda Knox, accusata con Raffaele Sollecito, di aver ucciso a Perugia Meredith Kercher, può dire di aver vinto. Già il 27marzo 2015, la Cassazione l’aveva assolta definitivamente dall’omicidio. Ora la sua vicenda giudiziaria si è conclusa a Strasburgo il 24 gennaio con la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. Amanda infatti aveva ricorso per aver subìto un processo ingiusto e i giudici hanno condannato l’Italia (10.800 euro alla Knox e 8 mila agli avvocati) per averle negato il diritto a un’assistenza legale e a un interprete indipendente la notte fra il 5 e il 6 novembre 2007 quando fu arrestata. Amanda fu interrogata dalla Polizia senza magistrato e senza un difensore di fiducia o d’ufficio. Non parlava e non capiva l’italiano e come interprete le fu affiancata una poliziotta che anziché tradurre cercava di convincerla a ricordare e confessare. Una «medium» la definì al processo l’avvocato Giulia Bongiorno. Il magistrato Giuliano Mignini arrivò in questura all’una e trenta del mattino. «Non esiste un suo verbale d’interrogatorio», confermano oggi Luciano Ghirga e
Carlo Dalla Vedova, soddisfatti difensori di Amanda. «Si limitò a chiederle: «Conferma le sue dichiarazioni?». E Amanda rispose: «Le confermo». Poi però ritrattò tutto, comprese le accuse al congolese Patrick
Lumumba e accusò la polizia di averla maltrattata. Sette poliziotti la denunciarono per calunnia. Testimoniò a loro favore il Pm Giuliano Mignini ma, dal Tribunale di Firenze, Amanda fu assolta con formula piena il 9 aprile 2016.