Bruciarono un uomo per noia: perché non andranno in galera?
UNODEICOLPEVOLI AVEVAMENODI 14ANNI. L’ALTRO, ORA 17 ENNE, SARÀ MESSO IN PROVA PER TRE ANNI
Il mettono nostro sistema assai gravi, tutela in quanto i minori, considera anche quando preminente, co mpersino rispetto a quello delle vittime, l’ interesse a sostenerli e a recuperarli. Perciò, innanzitutto, considera non imputabile chi, al momento del fatto, non aveva compiuto 14 anni, ritenendolo per legge totalmente incapace di intendere e di volere, cioè non in grado di capire ciò che fa e di autodeterminarsi nell’agire, il che lo sottrae anche al processo. Fra i 14 e i 18 anni, invece, il minore può essere processato, ma il giudizio a suocarico, qualunque sia il reatoche è accusato di aver commesso, anche l’omicidio, può essere sospeso per un certo periodo e l’ imputato messo alla prova con l’ ausilio dei servizi sociali, che elaborano un progetto per il suo recupero. È previsto che egli assuma impegni specifici, anche volti a riparare le conseguenze del reatoeafavorire la riconciliazione con le vittime e che debba fare tutto ciò che possa favorire l’evoluzione positiva della sua personalità. Decorso il periodo fissato, il giudice, ma solo se la prova avrà avuto esito positivo, dichiarerà estinto il reato, senza che la persona offesa possa interloquire o ottenere un risarcimento. Può sembrare un sistema troppo garantista, specie in una società in cui iminori sembrano più consapevoli ematuri di un tempo. Tuttavia, essi sono spesso più fragili e non del tutto consapevoli delle conseguenze delle loro azioni. Una giustizia riparativa, dunque, più che punitiva è ancora lo strumento più equo, anche quando può apparire ingiusto.