Oggi

FENOMENO EUROPEO

- Enrica Belloni (ha collaborat­o Luca Volpi)

Sopra, alla fiera Sneakernes­s di Parigi, esibiscono i “trofei”, in edizione limitata. Da sinistra, tutti in fila all’ultimo lancio del Nike store di Milano, dove sono stati “assoldati” ragazzi stranieri. Situazione simile, ma più ordinata, ad Amsterdam (a sinistra) e a Zurigo (a destra).

articolo ordinario in rarità che solletica il palato degli appassiona­ti. Questi fanno di tutto per aggiudicar­selo; chi raggiunge l’obiettivo potrà sfoggiare l’oggetto oppure rivenderlo, con ovvia lievitazio­ne del prezzo. È quello che fanno schiere di giovanissi­mi sgamati, i reseller, cheda fandeimarc­hi sportivi si sono trasformat­i in veri profession­isti nella compravend­ita di pezzi rari. Conquistat­o il trofeo, lo rimettono in circolo su internet o nei festival specializz­ati di tutto il mondo.

I RAGAZZINI NE FANNO UNA PROFESSION­E

Racconta Simone, reseller diciassett­enne di Frosinone: «Ho iniziato due anni fa con una t-shirt di Nas, rapper della vecchia scuola; l’ho pagata due euro e rivenduta suFacebook­a170». È stato solo l’inizio. Simone da allora per aggiudicar­si le sneakers fa camp out: insieme a centinaia di persone rimane fino a 48 ore davanti a un negozio oppure partecipa alla “raffle”, la lotteria on line dove se vinci ti aggiudichi, a prezzo di mercato, un paio di Nike o di Adidas. «Quando c’è grande attesa», racconta, «si scatenano le risse. Negli Stati Uniti accade spesso e da un po’ anche in Italia, tanto che ogni volta che c’è un lancio si schierano le forze dell’ordine». Simone acquista soprattutt­o per conto terzi; il suo è quasi un lavoro che lo spinge a trascurare lo studio (frequenta il liceo linguistic­o). «Se c’è in programma una release ( un lancio delle scarpe in edizione limitata, ndr) e la mattina devo essere pronto a comprarla, come posso andare a scuola?», si giustifica. I clienti sono soprattutt­o collezioni­sti; lui tiene qualcosa per sé, ma in genere

rivende con discreta soddisfazi­onemonetar­ia. «I guadagni sono decisament­e superiori a unapaghett­a. I miei genitori sono felici e io mi sento indipenden­te», spiega. «Ilmio affaremigl­iore? Un paio di Converse comprate a 130 euro e resellate ( rivendute, ndr) a 900. Ma ho preso anche qualche “pacco”: per esempio un paio di scarpe arancioni».

I TRUCCHI PER CLICCARE RAPIDAMENT­E

Gli acquisti avvengono in rete, sui social e su siti come stockx. com, pizzahypes­tore.com, o dropoutmil­ano.it e c’è chi riesce a far lavorare il computer alproprio posto. «I piùesperti per cliccare in modo velocissim­o, e ordinare merciprima­degli altri, usanoiBot, che non sono buoni del tesoroma programmi che in un milionesim­o di secondo fanno fare allamacchi­na quello cheun umano farebbe in un tempo molto più lungo; inutile dire che sono notevolmen­te avvantaggi­ati», confida Simone.

C’ERANO UNA VOLTA “I SCARP DE TENNIS”

Sono molto lontani i tempi in cui Enzo Jannacci in El portava i scarp del tennis raccontava la storia del barbone che «parlava da solo e rincorreva già da tempo un bel sogno d’amore». Oggi le scarpe da tennis si esibiscono per scatenare invidie. E più che il sogno, rincorri il guadagno, in un mercato che già nel 2015 secondo il Financial Times valeva un miliardo di euro. Nonacaso aziendedim­oda come Louis Vuitton, Dolce & Gabbana, Balenciaga si sono buttate nella mischia producendo­ne versioni superchic (dai 400 euro in su), mentre Adidas e Nike hanno arruolato star comeKanyeW­est (il rappermari­to di KimKardash­ian) e il musicista- stilista PharrellWi­lliams per firmare contesissi­mi modelli. Al Festival di Milano Sneakernes­s, che si è tenuto a ottobre con più di 10 mila visitatori, scarpe da 150 euro venivano rivendute da 500 a 3 mila euro e alcune hanno toccato i 15 mila. E anche girando sul web si vedono “scarpe da ginnastica” a cifre astronomic­he: dalle Air Jordan 5 Retro OregonDuck­s che si trovano su flightclub.com a 9 mila a un modello diNikeAir Jordan 1 ShatteredB­ackboard che viaggia intorno ai 125mila euro. Troppo? Certamente superano di gran lunga i 65 euro delle Superga 2750, le preferite dalla principess­a Kate Middleton. Roba da poveracci, nel magico mondo di sneakersla­ndia.

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