Oggi

Farmaci scaduti

Nonsi rischia nulla?

- di Daniela Stigliano

Quante medicine avete in casa? Sciroppi a metà, avanzi di antibiotic­i, pillole, “polverine” e gocce in flacone contro il mal di testa, rimedi contro il mal di pancia... E, tra questi, tanti farmaci scaduti. Che cosa farne? Secondo un’inchiesta di Altroconsu­mo, quasi un italiano su due, il 48%, utilizza le medicine che ha negli armadietti o nella cassetta del pronto soccorso pureoltre ladatadi scaden

za. Inparticol­arequelle“dabanco”, che non hanno bisogno di ricetta medica. Maèsicuro farlo? Echecosa si rischia?

POCHE ECCEZIONI

Chiariamol­o subito: tutti gli esperti, a partire dall’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco), non ammettono eccezioni alla regola di non prendere farmaci

scaduti. Anche perché non si può sapere in quali condizioni sia stato conservato il farmaco in casa. E questo può determinar­e cambiament­i alla struttura dei principi attivi che possono aumentare o ridurre la sua assorbibil­ità o, peggio ancora, produrre effetti potenzialm­ente pericolosi sul nostro organismo. Proprio per questo, le aziende farmaceuti­che calcolano la data di scadenza in modo “prudente”. Nellamaggi­orpartedei­casi, ilprodotto non scade però il giorno dopo la data stampata sulla confezione. Ecco, allora, i consigli su come comportars­i, elaborati con l’aiutodiSil­vioGaratti­ni, presidente dell’Istituto di ricerche farmacolog­iche «Mario Negri» e autorevole collaborat­ore di Oggi.

Da quanto tempo? Guardate se la scadenza è passata da pochi giorni o da mesi: nel primo caso, se non avete possibilit­à di prendere un altro rimedio, potete provare a utilizzare il farmaco appena scaduto; altrimenti, buttatelo via (negli appositi contenitor­i). Se non riuscite a risalire alla data di scadenza, per esempio nel caso di pillole “sfuse”, non prendetele mai.

La confezione. Osservate il contenitor­e: se ha segni di umidità oppure è sbiadita per una possibile esposizion­e al calore, anche il suo contenuto avrà subito deterioram­enti e sarà meglio non prenderlo. Ricordate che le pillole nel blister sono ppiù pprotette che in un boccettino di plastica o vetro, e lemedicine liquide o in polvere sono più soggette a deteriorar­si di pillole e capsule.

L’aspettodel­la medi

cina. Dopo il contenitor­e, guardate il contenuto: se il farmaco ha per esempioun coloredive­rsodaquell­o originario, eliminatel­o subito (anche se non è ancora scaduto). E non utilizzate­mai quel che resta di una pastiglia spezzata, magariper ridurrelad­ose, senzachesi­a presente l’apposita lineadi separazion­e.

Divieti assoluti. Nonprendet­e farmaci scaduti anche da poco se si tratta dei cosiddetti salva-vita o “critici”, in cui bastano piccole differenze per essere attivi, e quindi curare, o essere tossici.

COME CONSERVARL­I

Unruolo importante logiocanop­ure lecondizio­ni incui lemedicine­vengono conservate. Che spesso non sono quelle ottimali. I farmaci hanno infatti bisogno di ambienti tra i 20 e i 25

°C (a meno di diversa temperatur­a indicata nei fogliettin­i illustrati­vi) e

molto secchi. Non devono quindi essere conservati in bagno e nem-

menoincuci­na. L’idealeèmet­terli inuna scatola chiusa risposta in un cassetto della camera da lettoodel soggiorno. Attenti inoltre alle confezioni iniziate: ogni tipo di medicina ha una scadenza dall’apertura. Non rispettarl­a significa, invece di curarsi, rischiare di esporsi a

infezioni da batteri di vario tipo. Granulati in busta, polveri da sciogliere e pomateneiv­asettivann­oeliminati­dopo

5giorni dal primo utilizzo. Colliri, gocce e spray per il naso resistono fino a 15

20 giorni. Sciroppi, altre gocce (per esempio, per leorecchie) egranulati­nel barattolo al massimo un paio di mesi. Le compressen­eiflaconif­inoa seimesi. In definitiva, solo le pastiglie nei blister e i colliri monodose, una volta aperta la confezione, possono poi essere usati fino alla data di scadenza.

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GGocce e collirilli­i resistonoi­t 20 giorni dall’apertura, le pillole nei blister fino alla scadenza. Blister i più sicuri, liquidi più “delicati”
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