Farmaci scaduti
Nonsi rischia nulla?
Quante medicine avete in casa? Sciroppi a metà, avanzi di antibiotici, pillole, “polverine” e gocce in flacone contro il mal di testa, rimedi contro il mal di pancia... E, tra questi, tanti farmaci scaduti. Che cosa farne? Secondo un’inchiesta di Altroconsumo, quasi un italiano su due, il 48%, utilizza le medicine che ha negli armadietti o nella cassetta del pronto soccorso pureoltre ladatadi scaden
za. Inparticolarequelle“dabanco”, che non hanno bisogno di ricetta medica. Maèsicuro farlo? Echecosa si rischia?
POCHE ECCEZIONI
Chiariamolo subito: tutti gli esperti, a partire dall’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco), non ammettono eccezioni alla regola di non prendere farmaci
scaduti. Anche perché non si può sapere in quali condizioni sia stato conservato il farmaco in casa. E questo può determinare cambiamenti alla struttura dei principi attivi che possono aumentare o ridurre la sua assorbibilità o, peggio ancora, produrre effetti potenzialmente pericolosi sul nostro organismo. Proprio per questo, le aziende farmaceutiche calcolano la data di scadenza in modo “prudente”. Nellamaggiorpartedeicasi, ilprodotto non scade però il giorno dopo la data stampata sulla confezione. Ecco, allora, i consigli su come comportarsi, elaborati con l’aiutodiSilvioGarattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche «Mario Negri» e autorevole collaboratore di Oggi.
Da quanto tempo? Guardate se la scadenza è passata da pochi giorni o da mesi: nel primo caso, se non avete possibilità di prendere un altro rimedio, potete provare a utilizzare il farmaco appena scaduto; altrimenti, buttatelo via (negli appositi contenitori). Se non riuscite a risalire alla data di scadenza, per esempio nel caso di pillole “sfuse”, non prendetele mai.
La confezione. Osservate il contenitore: se ha segni di umidità oppure è sbiadita per una possibile esposizione al calore, anche il suo contenuto avrà subito deterioramenti e sarà meglio non prenderlo. Ricordate che le pillole nel blister sono ppiù pprotette che in un boccettino di plastica o vetro, e lemedicine liquide o in polvere sono più soggette a deteriorarsi di pillole e capsule.
L’aspettodella medi
cina. Dopo il contenitore, guardate il contenuto: se il farmaco ha per esempioun colorediversodaquello originario, eliminatelo subito (anche se non è ancora scaduto). E non utilizzatemai quel che resta di una pastiglia spezzata, magariper ridurreladose, senzachesia presente l’apposita lineadi separazione.
Divieti assoluti. Nonprendete farmaci scaduti anche da poco se si tratta dei cosiddetti salva-vita o “critici”, in cui bastano piccole differenze per essere attivi, e quindi curare, o essere tossici.
COME CONSERVARLI
Unruolo importante logiocanopure lecondizioni incui lemedicinevengono conservate. Che spesso non sono quelle ottimali. I farmaci hanno infatti bisogno di ambienti tra i 20 e i 25
°C (a meno di diversa temperatura indicata nei fogliettini illustrativi) e
molto secchi. Non devono quindi essere conservati in bagno e nem-
menoincucina. L’idealeèmetterli inuna scatola chiusa risposta in un cassetto della camera da lettoodel soggiorno. Attenti inoltre alle confezioni iniziate: ogni tipo di medicina ha una scadenza dall’apertura. Non rispettarla significa, invece di curarsi, rischiare di esporsi a
infezioni da batteri di vario tipo. Granulati in busta, polveri da sciogliere e pomateneivasettivannoeliminatidopo
5giorni dal primo utilizzo. Colliri, gocce e spray per il naso resistono fino a 15
20 giorni. Sciroppi, altre gocce (per esempio, per leorecchie) egranulatinel barattolo al massimo un paio di mesi. Le compresseneiflaconifinoa seimesi. In definitiva, solo le pastiglie nei blister e i colliri monodose, una volta aperta la confezione, possono poi essere usati fino alla data di scadenza.