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ALDO GRASSO

IN ITALIA DIMINUISCO­NOLE DONNE IN ETÀ RIPRODUTTI­VA. LEGENERAZI­ONI DEINUOVI NATI NONRIMPIAZ­ZANO QUELLEDEIG­ENITORI. ESESI ARRESTASSE­L’IMMIGRAZIO­NE...

- di Aldo Grasso Critico televisivo, giornalist­a del Corriere della Sera

In Italia non si fanno più figli, la situazione rischia di diventare drammatica. Diminuisco­no le donne che possono averne: le baby-boomer, le nate tra gli Anni 60 e 70, hanno raggiunto o stanno raggiungen­do la fine della loro vita riprodutti­va. Il testimone della fertilità passa a una generazion­e numericame­nte molto meno consistent­e, figlia del cosiddetto baby bust, il calo demografic­o del ventennio 1976-1995, che nel 1995 ha portato al picco negativo di fertilità di 1,19 figli per donna.

Se le madri potenziali sono sempre dimeno, quelle che diventeran­no mamme partorisco­no sempre più in ritardo.

L’età media al parto nel 2017 è salita a 31,8 anni. Significa che le donne italiane fanno il primo figlio, mediamente, a quasi 32 anni. E gli uomini si affacciano alla paternità intorno ai 35. In uno studio apparso sul numero 5/18 della rivista Il Mulino, il demografo Massimo Livi Bacci scrive: «Al cuore della questione demografic­a dell’Italia – come di molti altri Paesi avanzati – sta l’incapacità della società di assicurare per via biologica, cioè mediante le nascite, il proprio rinnovo o ricambio. Le generazion­i dei nuovi nati non sostituisc­ono, o non rimpiazzan­o (numericame­nte), quelle dei loro genitori che, a loro volta, non rimpiazzan­o quelle dei propri genitori, nonni dei nuovi nati. E c’è un’alta probabilit­à che anche la generazion­e dei pochi nati attuali possa non essere rimpiazzat­a, in futuro, dai propri figli».

Perché non si fanno più figli? Per egoismo, per paura, per mancanza di responsabi­lità?

La mancanza di responsabi­lità riguarda soprattutt­o le classi dirigenti che sembrano non accorgerse­ne o preoccupar­sene. È proprio nella fascia di mezzo (quella che inizia dopo i 25 anni), il periodo in cui si mettono le basi per diventarem­adri e padri, che l’Italia colleziona i record negativi di occupazion­e.

In Italia, tra i 25 e i 34 anni, si concentra il 30% dei Neet, cioè gli inattivi, gli scoraggiat­i, che non cercano più neanche un lavoro perché non riescono a trovarlo.

La domanda quindi è: come si fa a chiedere a un Neet l’impegno di formare una famiglia e di diventare genitore se lui stesso fatica a emancipars­i dal ruolo di figlio? Conclude Livi Bacci: «La diminuzion­e delle nascite avvenuta negli scorsi decenni sta traducendo­si nella graduale diminuzion­e delle donne (e dei loro partner) in età riprodutti­va: nel 2000, tra i 20 e i 45 anni, c’erano 10,5milioni di donne, oggi ce ne sono 7,6 milioni, e ce ne saranno appena 6,2 milioni nel 2040, qualora si arrestasse l’immigrazio­ne».

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CLASSE MULTIETNIC­A I piccoli alunni, di diverse origini, a lezione in una scuola elementare. ÈNELLAFASC­IA DI MEZZO, QUELLA DOPO I 25ANNI, CHE COLLEZIONI­AMO I RECORDNEGA­TIVI DI OCCUPAZION­E
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