LadyDiana
Il suosegreto: «Mi uccideranno come Versace»
Lady Diana si definiva « as thick as a plank », dura di comprendonio, come un pezzo di legno. I suoi fallimenti scolastici lo provavano, ma lei aveva una capacità che andava oltre l’intelligenza. Era intuitiva come pochi, riusciva sempre a precedere tutti. Ed è questa sua qualità innata che le permise di predire la sua stessa morte. Si sapeva che la principessa del popolo temeva per la sua vita, ma oggi quei pensieri cupi prendono forma, si arricchiscono di nuovi particolari inquietanti che riaprono il desueto dibattito: Diana ha davvero avuto un incidente? È stata davvero uccisa per colpa del folle inseguimento dei paparazzi, come ha stabilito l’ultima inchiesta?
LO SCONFORTO SI FECE SEMPRE PIÙ PROFONDO
I complottisti non si convinceranno mai. E la stessa principessa era sicura che sarebbe stata uccisa. Le sue paure si erano intensificate dopo l’assassinio dell’amico Gianni Versace, ucciso a colpi di pistola da Andrew
Cunanan, di fronte alla sua villa di Miami, il 15 luglio 1997, poche settimane prima dellamorte di Lady D, il 31 agosto dello stesso anno. La terribile notizia le arrivò mentre era in vacanza nel Mediterraneo, sullo yacht Jonikal di proprietà del nuovo compagno Dodi Al-Fayed.
LA ROYAL FAMILY NONPOTEVAPERDONARLA
La tragica fine dello stilista l’aveva fatta piombare nello sconforto. Nessuno era al sicuro, pensava Diana, men che meno lei stessa. La mattina dopo l’omicidio, il bodyguard di Dodi, Lee Sansum, trovò Diana seduta in silenzio sul ponte dello yacht. Guardava l’orizzonte, malinconica. «Lo faranno anche a me, vero?», gli aveva chiesto la principessa. La guardia del corpo l’aveva rassicuratama le sue parole si persero nel vento. Il seme dell’inquietudine era piantato nella mente di Lady D, che temeva una vendetta della famiglia reale. «Lo faranno quando viaggerò su un piccolo aereo, mentre guido l’auto oppure mentre sono su un elicottero», aveva detto, durante un viaggio a Roma, all’amico stilista Roberto Devorik. Diana sapeva di aver imbarazzato la royal family fino a un punto di non ritorno. Non solo tradendo il marito, che del resto la tradiva a sua volta, ma soprattutto per non essersi dimostrata dispiaciuta, per essersi presa la sua rivincita, diventando la principessa del popolo, una delle donne più amate almondo, mentre la rivale
« AVREI BISOGNO DI ESSERE ABBRACCIATA E INCORAGGIATA AD ANDARE AVANTI»
Camilla e l’ex Carlo venivano trattati alla stregua di due celebrità di serie B, oscurate dalla sua onnipresenza. Ma tra tutti temeva soprattutto il principe Filippo, consorte della regina: «Mi odia, vorrebbe che sparissi per sempre», aveva confessato sempre a Devorik.
QUEI TIMORI SULLA BABYSITTER DEI RAGAZZI
Ma la sua premonizione più inquietante l’avevamessa nero su bianco su alcune lettere e biglietti che era solita scrivere al maggiordomo preferito, Paul Burrell: «Questi prossimi mesi saranno i più difficili della mia vita. Temo che mio marito mi ucciderà. Durante un incidente d’auto. Con ferite alla testa. Così si potrà risposare». Succedeva nove mesi prima della sua morte, secondo quanto confessato da Burrell lo scorso anno. Ma il maggiordomo era stato destinatario anche di un’altra lettera, resa pubblica durante l’inchiesta del 2007. Scritta a mano da Diana, nell’ottobre del 1993, diceva: «Sono seduta qui alla mia scrivania, desiderando che qualcuno mi abbracci e mi incoraggi di essere forte e di andare avanti a testa alta. Questa particolare fase dellamia vita è la più pericolosa. Mio marito sta architettando un incidente con lamiamacchina, potrebbemanomettere i freni e causarmi ferite gravi alla testa, in modo che possa sposare Tiggy. Camilla non conta niente, è solo un’esca. Quest’uomo ci sta prendendo tutti in giro». Curiosamente allora Diana era convinta che Carlo fosse legato a Tiggy Legge-Bourke, la babysitter diWilliam e Harry. Forse era solo un modo per convincersi che Camilla fosse una distrazione passeggera e non l’amore della vita del principe, come poi si sarebbe rivelata.
ERA CONVINTA DI ESSERE SPIATA DAI BODYGUARD
Comunque la si voglia pensare sull’incidente sotto il tunnel dell’Alma a Parigi, è chiaro che Diana aveva paura e mal sopportava anche le guardie del corpo, perché era convinta che la spiassero per conto dei reali. Ma tutte le sue premonizioni, alla fine, non hanno mai convinto i giudici delle diverse inchieste per i quali, quella notte del 31 agosto, la principessa del popolo fu solo la vittima di uno sciagurato incidente d’auto.