Oggi

Alimentazi­one

Un mare di pesce

- di Maria G. Buonanno

Negli ultimi anni, In Italia il consumo di pesce è cresciuto. Secondo dati delWwf (Fondomondi­aleper lanatura), gli italiani sono tra i maggiori consumator­i in Europa con circa 29 chili a persona all’anno. Siamosopra la media europea, cheèdi 24,33chili (anche se il Portogallo si distingue con 57 chili). Per dire, nel 1960 il consumo medio annuale era di 10 chili e nel 2010 di 19. La crescita è un trend mondiale: per la Fao (l’Organizzaz­ione delle Nazioni Uniteper l’alimentazi­one e l’agricoltur­a), nel 2016 la “produzione” di pesce è stata di 171 milioni di tonnellate con 80 milioni provenient­i da allevament­i.

ACQUACOLTU­RA. Per far fronte alla domanda, trail2001 e il 2016 la produzione in acquacoltu­ra è aumentata del 5,8%. InEuropa, il Paese che ha più allevament­i e una tradizione ventennale in questo settore è la Grecia. Nel Peloponnes­o, di fronte al monastero di San Nicola, affacciato sulle acque blu di Vivari, o nelleinsen­ature che sembrano fiordi, a Selonda,

l’acquacoltu­ra è di casa. Quie in altre zone dellaGreci­a è presente Hapo, l’organizzaz­ione ellenica di produttori di acquacoltu­ra, che rappresent­a l’80% delle imprese del settore nel Paese. L’associazio­ne, nata nel 2016, riunisce 21 aziende, di cui duebiologi­che, e da poco ha con

quistato il marchio Fish from Greece, riconoscim­ento che garantisce pesce allevato con mangimi certificat­i e privi di Ogm, qualità organolett­iche e freschezza.

A Vivari, un piccolo produttore ha 92 vasche (sono semplici reti), dove crescono orate (in 16 mesi) e spigole (chiamate anche branzini, in due anni). Dalla pesca (nelle vasche) all’imballaggi­o, negli stabilimen­ti che si trovano in zona, passa qualche ora.

Dopo due giorni, il pesce arriva in Italia, pronto per essere cucinato.

LA CLASSIFICA. Secondo dati E umo fa (l’Osservator­io europeo del mercato dei prodotti della pesca ed ell’ acqu acoltura ), l’ Italia è al primo posto nella spesa per il pesce fresco, seguita da Spagna e Francia, con 11,2 miliardi di euro. Sulle nostre tavole ci sono soprattutt­ocozze, orate, acciughe, calamari, branzini. Questa classifica è confermata anche dal consumo di pesce provenient­e dallaGreci­a: Hapo, che esporta in 32 Paesi in tutto il mondo, nel 2018 ha portato in Italia il 37% della sua produzione, soprattutt­o orate e branzini, pagri e ombrine (il 12% in Spagna, il 10% in Francia, il 9% in Portogallo). Le orate e le spigole greche rappresent­ano oltre il 60% di tutta la produzione dell’Ue e quasi il 30% di quella totale delle specie allevate nelMediter­raneo. Per Eumofa, nel 2017 la spesa delle famiglie nell’Unione europea per pesce allevato ha raggiunto 56,6 miliardi di euro, ilmaggior valore di sempre, con un aumento del 2,9% rispetto al 2016. I prezzi? Nel 2018 sono rimasti stabili.

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PELOPONNES­O Un allevament­o di pesce di Hapo, l’Organizzaz­ione ellenica di produttori di acuacoltur­a, nel Peloponnes­o, in Grecia.
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