La post@ dei lettori
LA SIGNORA PINA
Caro direttore, leggo ora nel suo editoriale «La signora Pina» le parole e i pensieri che esprimo quotidianamente ai miei studenti “millennial”, entusiasti sostenitori della causa ecologista alla Greta Thunberg. La qualità dell’informazione che arriva loro attraverso la Rete è spesso a senso unicamente “green” e scientificamente poco attendibile. Dunque che fare per correggere questi errori e formare in modo responsabile la futura classe dirigente del nostro Paese e del mondo? Da una prof che non si arrende.
Elisabetta Possati
Caro direttore, la posizione di Greta e della signora Pina conducono allo stesso punto partendo da posizioni diverse, e cioè del bicchiere mezzo pieno l’una e del bicchiere mezzo vuoto l’altra. La signora Pina fa il quadro della situazione in cui si viveva negli Anni 60, mentre poi si è scatenato un consumismo sfrenato con l’inquinamento oggi peggio di ieri. In quanto alla sua considerazione su “quando si stava meglio” le posso assicurare che i miei genitori, operai, con casa in affitto in periferia, arrivavano a fine mese col salario. Oggi il sottoscritto e moglie, impiegati, rinunciando al telefono fisso e con un cellulare da 79 euro in due, non arriviamo a fine mese. Lei poco correttamente ha impostato un contradittorio riferito alle condizioni di due generazioni fa. A proposito, lei sa cosa costa un chilo di pane ?
Adriano
Caro Adriano,
primo: il «contraddittorio» non l’ho «impostato» io, ma la storiella medesima, che per l’appuntomette a confronto giovani e anziani, cioè due generazioni molto distanti da loro (non padri e figli, e altro che Anni 60). Secondo, io parlavo di condizioni di vita, lei mi risponde parlando di soldi: le do ragione, siamo tutti impoveriti, ma anche in relazione ai nostri consumi. La signora Pina andava a piedi, gratis, noi andiamo in auto, in treno, in autobus, e spendiamo di più. E al telefonino non rinunciamo. Infine il pane. Domanda furbetta, ma la risposta non c’è: può costare da 2 a 4 euro, o anche di più, o anche di meno, e secondo Altroconsumo a Milano costa il doppio che a Napoli.
INFLUENCER O MANIPULATOR?
Caro direttore, questa mi era sfuggita: la laurea per diventare influencer, o “manipulator”. Cioè si insegna come plagiare menti ancora acerbe? Non ci posso credere! Ma questi geni del male hanno idea delle implicazioni morali? Ma non basta quanto siamo cinici, truffaldini, ignoranti? Invece di studiare qualcosa di utile! Fossi genitore di un signorino o signorina che intendono studiare (pensa un po’: studiare) da influenzatore lo sbatterei fuori di casa senza rimpianti e sensi di colpa. Quando è troppo è troppo.
Elisabetta M.
EVASIONE FISCALE
Caro direttore, sono un suo affezionato lettore e faccio parte della categoria tanto additata degli artigiani. Sinceramente non ne posso più di sentir dire che siamo evasori fiscali e coloro che stanno mandando in rovina l’economia del Paese. Partendo dal fatto che ci siamo s creati un lavoro senza chiedere c nulla a nessuno, che andiamo a a lavorare anche con la febbre, f che non godiamo di malattia, m ferie e cassa integrazione, n mi fa specie sentire che chi ha uno u stipendio sia più ligio nei suoi doveri d di contribuente. Conosco personalmente p stipendiati che vanno n sul posto di lavoro con il cruciverba v per impegnare il loro tempo, cassintegrati c da una vita che sono arrivati ar alla agognata pensione facendo fa il doppio lavoro e assistiti vari va che vanno a passeggio in quanto nullatenenti e nullapaganti. Se lo Stato riuscisse a garantire un lavoro a tutti anziché praticare l’assistenzialismo pagheremo tutti, e tutti di meno.
Vincenzo Pucci
Caro Vincenzo, la capisco perfettamente. Ma 150 o 200miliardi di evasione fiscale sono uno scandalo. Quando vedo imprenditori e liberi professionisti con Mercedes, barca e villa almare che dichiarano 10 o 15 mila euro di reddito le confesso che mi viene l’orticaria.
LUNGA VITA A OGGI!
Caro direttore, volevo congratularmi con Oggi per il traguardo raggiunto. Ho 46 anni, lamia carissima mamma tanti anni fa divenne una vostra lettrice. Mai è mancato il vostro e nostro settimanale a casa, ed è passato attraverso le nostre mani di ragazzi e poi di adulti e infine a quelle di mio padre. Aggiungo solo che purtroppo la nostra cara mamma non è più tra noi da ormai 6 anni, e non nascondo che, appena venuta a mancare, recarmi dall’edicolante e richiedere la copia come un passaggio di testimone mi ha procurato un certo effetto. Ma voi siete il settimanale che ci ha accompagnato per tanti anni e non avremmo potuto interrompere la relazione con voi, che siete diventati di famiglia. Grazie e lunga vita a Oggi!
Federica