Qual è la vera storia dell’eliminazione di Al-Baghdadi?
Domanda capziosa, che punta su una presunta inaffidabilità delle dichiarazioni di Donald Trump, il quale com’è noto rappresenta un mirabile esempio di coerenza e trasparenza, o almeno così mi ha suggerito di scrivere il signore della Cia qui di fianco se voglio rivedere i miei figli.
Tra l’altro non si vede come il fatto che l’ex leader dell’Isis sia stato rinvenuto a casa sua possa stupire noi italiani, visto che quasi tutti i capimafia al momento in cui scrivo sono in tinello a guardarsi I Fatti Vostri col nome sulla targhetta del campanello.
Per puro spirito di servizio, mi pregio comunque di riportare una versione che circola sul web e che è talmente screditata, inattendibile, inverosimile da poter essere ritwittata a minuti da Giorgia Meloni: Al-Baghdadi viveva in pace a casetta sua dopo essere andato in pensione grazie alla riforma pensionistica siriana denominata “ahmal al pres per il cul” che potremmo grossolanamente tradurre con “quota 100”. Riceveva inoltre dal governo pakistano il cosidetto “Salaam el scans a fatic”, che sempre sommariamente potremmo tradurre in “reddito di cittadinanza”, e aveva ormai rinunciato alla lotta terroristica convinto che per distruggere definitivamente l’occidente fosse sufficiente il nuovo album dei The Kolors.
Purtroppo per lui, i fratelli musulmani hanno recentemente sottoscritto un accordo con Casaleggio Associati per la gestione comunicativa dell’Isis, il quale contempla la trasposizione sul territorio arabo delle modalità di marketing che così bene hanno funzionato da noi.
Ad Al- Baghdadi è stato così consigliato di allearsi col Pd. A quel punto, già che c’era, ha preferito farsi saltare direttamente in aria.