Omicidio Luca Sacchi: che cosa ci insegna la madre chehadenunciato il figlio?
«SONODISTRUTTA, È GIUSTOCHELUI SI ASSUMALE RESPONSABILITÀ E SOCHELOFARÀ», HADETTOLA MAMMA DEL RAGAZZO ACCUSATO DI AVER SPARATO
Ci insegna, anzitutto, che i genitori devono sempre assumersi la responsabilità di denunciare devianze e crimini dei propri figli quando sentono di aver fallito
nel loro compito educativo; quando le informazioni e la formazione ricevute a scuola e nelle realtà sociali, sanitarie, culturali in cui i giovani sono cresciuti non hanno potuto o saputo contribuire in modo adeguato alla prevenzione di tremendi gesti; quando nessun argine di vigilanza è stato posto ai mezzi di comunicazione, web incluso, che veicolano, esaltandoli, modelli diseducativi e pericolosi. Modelli attraverso i quali i minori possono scegliere di ignorare i valori e le responsabilità che, invece e necessariamente, dovrebbero contraddistinguerli e accompagnarli per rendere sicura e libera la società in cui vivono.
Ci inchiniamo, dunque, a questa “madre coraggio” che si vergogna e denuncia il figlio, presunto assassino. Soprattutto perché con questo gesto si assume la responsabilità di farlo anche in nome e per conto di tutte quelle madri e di quei padri assenti e “complici” che,
ogni giorno, ignorano o fingono di ignorare l’orrore e gli errori che assediano e corrompono i loro figli, perché privi di guide competenti, legali, autorevoli. Al contempo, proprio il coraggio di questa donna svela e denuncia assenze, vuoti, mancanza di prevenzione e di formazione. Elementi che hanno permesso a simili crimini e violenze di prevalere, distruggendo la vita altrui, la propria e quella dei propri familiari. Nessuno può evitare di sentirsi, individualmente e collettivamente, esente dalla vergogna e dalla di
sperazione che questa madre oggi prova, vedendosi costretta ad affidare al carcere la speranza di educare suo figlio al bene e alla legalità.