Sabrina Donadel: «Porto l’arte e i collezionisti in tv»
A lla terza stagione su Sky Arte,
Private Collection, in onda il lunedì in prima serata, è la scommessa vinta da Sabrina Donadel, conduttrice, ideatrice e produttrice di un programma che racconta le collezioni private di arte contemporanea. Qui e ora, nell’Italia del 2019: non si esagera a chiamarlo un piccolo miracolo culturale in tv.
Come è nata l’idea?
«Una felice intuizione. Da sempre frequento il mondo dell’arte. Mi sono occupata di moda, cinema, musica. Volevo raccontare la figura del collezionista, un ruolo che permette la vita dell’artista e che incide sul mercato dell’arte. Anche Leonardo senza i suoi mecenati non sarebbe stato Leonardo».
In un’Italia in crisi economica e “arrabbiata” un programma sui collezionisti d’arte non sembra una provocazione?
«Penso proprio di no. Raccontiamo le emozioni: vado nelle case di persone che hanno una grande passione. In questo, tutti si possono riconoscere. Ci sono casi come quello di un architetto vicentino giunto al successo dal nulla, figlio di un minatore e di una casalinga».
Lei colleziona arte?
«No, io colleziono collezionisti! Difatti dopo ogni puntata mi faccio l’immancabile foto assieme a loro».
Da buon genovese, suo marito Paolo Kessisoglu forse non avrebbe gradito la spesa.
( sorride) «Lui è già contento che faccio la giornalista qui in Italia. Pensi che a vent’anni il mio sogno era fare l’inviato di guerra. Non lo avrei mai conosciuto».