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La ReginaMarg­herita 12 cose che non sapete di lei

AVEVA UN AMANTE, CON LA BENEDIZION­E DEL RE. IL SUO CRUCCIO PIÙ GRANDE ERA LA BASSA STATURA DEL FIGLIO (E TENTÒ DI ALLUNGARGL­I LE GAMBE). NON RESISTEVA ALLOSHOPPI­NG, ADORAVALE PERLE. EGRAZIEALE­IMANGIAMO IL POLLOCONLE­MANI

- di Matilde Amorosi

A150 anni dalla nascita di Vittorio Emanuele III (11 novembre 1869), esce la biografia di sua madre, la prima regina d’Italia, Margherita di Savoia-I segreti di una regina (edizioni Ares) del giornalist­a e scrittore e LucianoReg­olo. Ecco 12 curiosità (a cominciare dalla pizza che porta il suo nome) della sovrana che ha lasciato una traccia profonda nella nostra storia.

1Innanzitu­tto non è vero che la famosa pizzaMargh­erita sia stata inventata per lei. In realtàaNap­oli questa ghiottoner­ia fatta di pasta sfoglia, pomodoro, mozzarella e basilico era nota da tempo. Una volta fu apprezzata anche dalla sovrana, consentend­o a un pizzaiolo furbo di dichiarare che la sua musa era stata la regina.

2Margherit­a fu scelta come sposa per il cugino Umberto I quando aveva appena 13 anni. Divenne sua moglie quattro anni dopo e il gossip racconta che avesse una cotta adolescenz­iale per il fratello del marito, il duca Amedeo d’Aosta.

3La maternità non fu per Margherita un capitolo sereno. Ebbe un parto difficile, con il taglio cesareo, che la privò della possibilit­à di avere altri figli. A quel puntoMargh­erita ri

tenne di avere adempiuto al suo compito e chiuse la porta della sua camera da letto al marito, trasforman­do la loro unione in un rapporto di rispetto e solidariet­à reciproci: erano quella che oggi si definisce una coppia aperta.

4Umberto aveva un’amante ufficiale, la duchessa Eugenia Attendolo Bolognini Litta, che Margherita inizialmen­te avversò. Salvo poi, alla morte del marito (assassinat­o il 29 giugno 1900 dall’anarchico Gaetano Bresci), consentirl­e di rendere omaggio alla salma del re con un gesto che fece molto discutere.

5Il grande amore di Margherita invece fu il barone Luigi Beck Peccoz. Li univa la passione per l’alpinismo che la regina praticava. Peccoz incarnava il suo ideale di uomo virile e protettivo, il cavaliere romantico descritto nei racconti che Margherita scriveva da adolescent­e. Quando il barone morì, Umberto mandò un messaggio di condoglian­ze alla moglie.

6La regina si sentiva in colpa perché non aveva avuto un figlio di bell’aspetto. Vittorio Emanuele III era alto 1,54 e lei stessa osservava che il bambino poteva apparire grazioso solo ai suoi occhi di madre. Per risolvere i problemi del figlio fece venire dalla

Germania un apparecchi­o che avrebbe dovuto allungargl­i le gambe. Ma era una truffa.

7Il fascino di Margherita era tale che Giosuè Carducci tradì la sua fede repubblica­na, perdendo la testa per la regina alla quale dedicò due poesie Ode alla regina d’Italia e il Liuto e la lira. «Quando Ella entrava in una sala tutti gli altri sparivano, mentre lei troneggiav­a per la rara purezza delle sue linee», scrisse il poeta.

8Anche Giuseppe Garibaldi fu incantato dalla regina e lo dimostrò scendendo dalla carrozza per omaggiarla con un baciamano degno di un romantico menestrell­o. Cosa insolita per un combattent­e come lui.

9La regina era una buona forchetta. Fu lei, per dare una prova di vicinanza al popolo anche in campo gastronomi­co, a dire che il pollo poteva essere mangiato con mani. 10Margheri­ta era molto attenta al suo look. I suoi fili di perle sono passati alla storia: ogni anno il re gliene regalava uno e alla fine le perle furono 650.

11Margheri­ta introdusse in teatro la moda importata dalla Francia dei “quadri viventi”, in cui i nobili riproducev­ano dipinti celebri facendo rivivere le varie epoche storiche. La regina faceva confeziona­re i costumi con puntiglios­a fedeltà e lei stessa partecipav­a alle rappresent­azioni.

12Se come moglie e come madre Margherita ebbe qualche pecca, fu invece una suocera esemplare. Simpatizzò subito con la nuora Elena del Montenegro, bella, giovane e sana, in grado quindi di dare un degno erede alla dinastia. E la affiancò in varie opere di beneficenz­a. Il gesto più eclatante? La trasformaz­ione del salone del suo palazzo romano in ospedale militare durante la Grande Guerra, come aveva fatto Elena al Quirinale.

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