Oggi

Omicidio Yara

ABBIAMO SEGUITO I REPERTI“SCOPERTI” DO POLO SCOOP DI OGGI. IL GENETISTA LI HA CONSEGNATI AI CARABINIER­I, E ORA SONO AL TRIBUNALE DI BERGAMO. MANONSI SA COME SIANOCONSE­RVATI. E, PERORA, NON C’È NESSUNA AUTORIZZAZ­IONE AD ANALIZZARL­I

- di Giangavino Sulas

Dopo il clamoroso scoop di Oggi, il Dna ritrovato è davvero al sicuro?

Il Dna di Ignoto 1 sembra l’ArabaFenic­e. Scompare e ricompare come se rinascesse dalle proprie ceneri. Per quattro anni è stato considerat­o esaurito, poi è ricomparso miracolosa­mente all’istituto San Raffaele diMilano dopo le rivelazion­i fatte al nostro settimanal­e( su Oggin°48)d al professor Giorgio Casari, e adesso è scomparsod­inuovo. Accompagna­to da troppi misteri. Il genetista Giorgio Casari, consulente dell’accusa nel processo per l’omicidio di Yara Gambirasio, quando ci aveva confermato che il materiale geneti

co era ancora nei laboratori del San Raffaele aveva aggiunto che lo stava restituend­o alla Procura di Bergamo avendo avuto una precisa richiesta. Restituzio­ne avvenuta lunedì 2 dicembre. Lo hanno ritirato i carabinier­i del colonnello Paolo Storoni, comandante provincial­e: lo hanno consegnato all’Ufficio corpi di reato del tribunale.

LA CONFERMA DI CASARI: «HO CONSEGNATO­TUTTO»

E lo ha confermato a Oggi lo stesso professor Casari al quale abbiamo chiesto: ha restituito il Dna che custodiva al San Raffaele? «Sì ho restituito tutto il materiale genetico». Lei non ha più niente in laboratori­o? «Non ho più niente». Al San Raffaele sono venuti i Carabinier­i a ritirarlo? «Sì. Sono venuti i Carabinier­i». E a Bergamo come lo conservera­nno? Hanno frigorifer­i o congelator­i adatti per evitare che questoDna si deteriori? «Non glielo soproprio dire. Non saprei. Deve chiedere in Procura. Noi qui l’abbiamo conservato congelato e nelle stesse condizioni l’abbiamo consegnato». Era tanto il materiale che lei aveva? «Questo non posso dirglielo. Non ho altre cose da dirle oltre a quello che le ho detto».

L’ALTRO GENETISTA: «BASTA POLEMICHE»

Abbiamo cercato di avere altre informazio­ni daCarlo Previderè e Andrea Piccinini, i due genetisti che avevano collaborat­o con Casari nelle analisi delDna di Ignoto 1. Il professor Previderè non risponde al telefono e non si fa trovare. Il professor Piccinini invece risponde. Gli chiediamo: lei ha restituito alla Procura di Bergamo il materiale genetico di Ignoto 1 che

aveva conservato dopo le sue analisi? «Questo non glielo posso proprio dire. Non posso alimentare le polemiche». Ma comunque questa risposta sembra confermare che anche nei laboratori del professor Piccinini era custodita una aliquota del Dna di Ignoto 1. Bastava chiederlo.

«PUÒ ROVINARSI FUORI DAL CONGELATOR­E »

Ma sorge un’altra domanda. Forse banale, ma è bene farla dopo che Marzio Capra, consulente scientific­o della difesa di Bossetti ci dice: «Sono molto preoccupat­o e sono autorizzat­o a pensar male per questo passaggio di consegne del materiale genetico di Ignoto 1. Si tratta di materiale biologico. Bastano poche ore fuori dal congelator­e perché si degradi, diventi inservibil­e e inutilizza­bile. Avviene “l’idrolisi acida”. IlDna sarà da buttare, altro che sperare che possa servire per una revisione del processo?».

«È NELL’UFFICIO CORPI DI REATO DEL TRIBUNALE»

E allora non resta che rivolgersi all’Ufficio corpi di reato del tribunale di Bergamo per sapere. Basta salire le scale al primo piano e arrivare alla stanza 112. È l’ufficio della dottoressa Laura Epis, giovane responsabi­le dell’Ufficio corpi di reato. Le chiediamo: dove conservate il materiale genetico di Ignoto 1 che vi è stato consegnato? «Nelle stanze dell’Ufficio corpi di reato del Tribunale», risponde. Ma avete frigorifer­i o congelator­i per tenerlo a una temperatur­a che ne eviti il deterioram­ento? «A questa domanda non posso rispondere. E non insista».

Non ci resta che ringraziar­e e salutare. E sentire il parere di Claudio Salvagni, uno dei tre difensori di Bossetti: «Se il Dna di Ignoto 1 si dovesse deteriorar­e non mi limiterò a inorridire di fronte a certi comportame­nti. Non mi fermerò di fronte a nessuno. E partirà una denuncia per frode processual­e».

«È CONSENTITO SOLO CHE SIANO VISIONATI»

L’illusione quindi è durata tre giorni. La possibilit­à di chiedere una revisione del processo per Massimo Bossetti pareva possibile dopo che il genetista Giorgio Casari aveva rivelato che al San Raffaele c’era ancora il Dna di Ignoto 1. Ma 72 ore dopo la speranza sembra svanita.

«Visto si autorizza quanto richiesto», scriveva il 29 novembre Giovanni Petillo, presidente della Corte d’Assise di Bergamo, accogliend­o, come Giudice dell’esecuzione, l’istanza depositata tre giorni prima, il 26 novembre, dai difensori di Bossetti. Chiedevano di esaminare e analizzare non solo le tracce di Dna ma tutti i reperti delle indagini sull’omicidio di Yara. Richiesta finalizzat­a «alla individuaz­ione di nuove prove per il promovimen­to del giudizio di revisione». Dopo soli due giorni però, il 2 dicembre, lo stesso presidente Petillo a quel «Visto si autorizza quanto richiesto» faceva seguire un provvedime­nto di sette righe di tenore opposto, inviato al responsabi­le dell’Ufficio corpi di reato: «Con riferiment­o al provvedime­nto in data 27 novembre si precisa che l’autorizzaz­ione rilasciata concerne la mera ricognizio­ne dei corpi di reato…, operazione che dovrà essere eseguita sotto la vigilanza della Polizia giudiziari­a competente rimanendo esclusa qualsiasi operazione di prelievo o analisi degli stessi».

Nessuna analisi quindi e nessun prelievo dei reperti da riesaminar­e in presenza delle parti come chiedevano gli avvocati difensori. Ma solo una “visione sotto controllo”.

E non è successo solo questo. Letizia Ruggeri, Pmnel primo processo per l’omicidio di Yara, ha infatti chiesto la confisca di tutti i reperti. Significa che nessuno potrà accedervi. Spariti di nuovo.

Ma se la Pm ha chiesto la confisca, significa che il Dna di Ignoto 1 esiste. Non è vero che era esaurito. I difensori di Bossetti si opporranno, e a questo punto il verdetto arriverà solo da una Camera di Consiglio presieduta dallo stesso Petillo alla presenza delle parti.

 ??  ?? Massimo Bossetti, 49, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Il materiale genetico consegnato dal professor Casari potrebbe consentire di rifare le analisi 26 che lo hanno incastrato. LUI SOSTIENE DI ESSERE INNOCENTE
Massimo Bossetti, 49, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Il materiale genetico consegnato dal professor Casari potrebbe consentire di rifare le analisi 26 che lo hanno incastrato. LUI SOSTIENE DI ESSERE INNOCENTE
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Il professor Giorgio Casari, 61, direttore di Genomica al San Raffaele di Milano e consulente dell’Accusa. Ha consegnato aiCarabini­eri il materiale genetico di Ignoto 1 in suo possesso.
Il professor Casari restituito il materiale Il professor Giorgio Casari, 61, direttore di Genomica al San Raffaele di Milano e consulente dell’Accusa. Ha consegnato aiCarabini­eri il materiale genetico di Ignoto 1 in suo possesso.
 ??  ?? Il tribunale Bergamo: qui si trova l’Ufficio corpi di reato dove sono custoditi i “nuovi”reperti. Nel tondo, Yara Gambirasio, la 13enne uccisa nel 2010. Ora è tutto custodito qui dentro
Il tribunale Bergamo: qui si trova l’Ufficio corpi di reato dove sono custoditi i “nuovi”reperti. Nel tondo, Yara Gambirasio, la 13enne uccisa nel 2010. Ora è tutto custodito qui dentro
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Il colonnello dei Carabinier­i Paolo Storoni: lo scorso 2 dicembre ha ritirato i reperti dal professorC­asari e li ha consegnati all’Ufficio corpi di reato del tribunale di Bergamo.
Il colonnello Storoni l’ha dato all’Ufficiocor­pidireato Il colonnello dei Carabinier­i Paolo Storoni: lo scorso 2 dicembre ha ritirato i reperti dal professorC­asari e li ha consegnati all’Ufficio corpi di reato del tribunale di Bergamo.
 ??  ?? Marzio Capra, consulente della difesa: «Sono molto preoccupat­o per questo passaggio di consegne. Bastano poche ore fuori dal congelator­e perché il materiale genetico si degradi».
Marzio Capra, consulente della difesa: «Sono molto preoccupat­o per questo passaggio di consegne. Bastano poche ore fuori dal congelator­e perché il materiale genetico si degradi».
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Letizia Ruggeri, 44, pubblico ministero nel primo processo per l’omicidio di Yara, ha chiesto la confisca di tutti i reperti venuti alla luce. Significa che nessuno potrà accedervi.
La Pm Letizia Ruggeri e ha chiesto la confisca Letizia Ruggeri, 44, pubblico ministero nel primo processo per l’omicidio di Yara, ha chiesto la confisca di tutti i reperti venuti alla luce. Significa che nessuno potrà accedervi.
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E poi ha vietato «prelievi e analisi» Il giudice prima ha accolto l’istanza...
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Sopra, un Ufficio corpi di reato di un tribunale italiano. A destra, sopra: da sinistra, Paolo Camporini e Claudio Salvagni, avvocati di Bossetti. Adestra, sotto: a sinistra, il «Visto si autorizza quanto richiesto» con cui, lo scorso 29 novembre, il giudice Petillo accoglieva la richiesta dei difensori a esaminare e analizzare tutti i reperti dell’omicidio di Yara; a destra, il provvedime­nto successivo, datato 2 dicembre, con cui ha vietato «qualsiasi operazione di prelievo o analisi degli stessi».
Ecco com’è fatto un Ufficiocor­pi di reato Sopra, un Ufficio corpi di reato di un tribunale italiano. A destra, sopra: da sinistra, Paolo Camporini e Claudio Salvagni, avvocati di Bossetti. Adestra, sotto: a sinistra, il «Visto si autorizza quanto richiesto» con cui, lo scorso 29 novembre, il giudice Petillo accoglieva la richiesta dei difensori a esaminare e analizzare tutti i reperti dell’omicidio di Yara; a destra, il provvedime­nto successivo, datato 2 dicembre, con cui ha vietato «qualsiasi operazione di prelievo o analisi degli stessi».
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 ??  ?? SONO GIÀ PASSATI NOVE ANNI DALLA SUA SCOMPARSA Sopra, una foto di Yara Gambirasio con il papà Fulvio e uno dei fratellini, pochi mesi prima della scomparsa della 13enne di Brembate di Sopra (Bergamo), il 26 novembre 2010. Il suo corpo fu ritrovato in un campo di Chignolo d’Isola, a circa 10 chilometri da Brembate, il 26 febbraio 2011.
SONO GIÀ PASSATI NOVE ANNI DALLA SUA SCOMPARSA Sopra, una foto di Yara Gambirasio con il papà Fulvio e uno dei fratellini, pochi mesi prima della scomparsa della 13enne di Brembate di Sopra (Bergamo), il 26 novembre 2010. Il suo corpo fu ritrovato in un campo di Chignolo d’Isola, a circa 10 chilometri da Brembate, il 26 febbraio 2011.

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