Rosanna Fratello
«Nonostante Playboy sono rimasta una brava ragazza»
Torniamo a qualche settimana fa: aBenigni che declamava ispirato sul palco di Sanremo: «C’era anche Rosanna Fratello con Sono una donna non sono una santa e veniva voglia di saltare addosso al televisore. Con lei bisognava fare non uno, ma due passi indietro». Consacrazione. Ed eccola qui davanti a me, Rosanna Fratello, elegante, bella. Ha una perfetta messa in piega, smalto e rossetto discreto, un marito altrettanto discreto sposato nel 1975 (sì, sempre lo stesso), una figlia, nipoti.
D’altra parte, della discrezione lei da sempre ne fa un punto di forza.
Partiamo da Benigni allora.
«Ero davanti alla tv, Benigni mi ha fatto un regalo bellissimo come se io stessa fossi stata su palco, perché ha parlato anche della mia persona, mi ha definito misteriosa. Lo ero perché ero riservata, ero una brava ragazza».
Dispiaciuta di non essere stata invitata?
«Più che dispiaciuta, mi piacerebbe tornare, ne ho fatti sette di Festival. Ritengo di far parte di quel gruppo di cantanti che ha fatto la storia di Sanremo e allora perché non riconoscerlo? A volte ti chiedi perché certi artisti...».
Perché certi artisti sono scelti? Forse perché hanno avuto vite burrascose come Al Bano e Romina o I Ricchi e Poveri...
«Io non ho litigato con nessuno».
Sono una donna non sono una santa:
lei non voleva cantarla. Fu Mara Maionchi a dirle che sarebbe stata una pazza a rinunciare «Disse: “Stai scherzando? Tu non capisci... sei troppo giovane. Questa canzone la vorranno ascoltare anche tramille anni”. Piano piano mi sono lasciata convincere. Le ragazze scrivevano: “È una canzo
ne che ti fa onore”, “Le donne devono essere tutte unite”. Mi chiedevano consulti sul fidanzato, all’epoca il pubblico scriveva molto agli artisti. Una volta unmio ammiratore è perfino finito in galera, dopo una rissanataperché altri insinuavano che cantassi in playback ».
A quei tempi, nelle interviste si dichiarava ambiziosissima.
«Sa che non me lo ricordo? Mah, ambiziosa... semmai fiera di avere una famiglia, di essere una persona normale. Che poi la normalità, come dice Costanzo, qual è?».
La sua vita forse è “normale”: un solo marito, conosciuto a sei anni, mai una crisi?
«Sì, quando ho posato per Playboy. In quel periodo la rivista interpellava tutte le cantanti: Patty Pravo, Iva Zanicchi, io... Un po’ tutte abbiamo posato. Erano gli Anni 80, Malgiogliomi disse: “Mi piacerebbe lavorare con te, ma sei troppo seriosa”. E io mi sono lasciata convincere».
Mi sembrerebbe una che si lascia convincere facilmente: prima la Maionchi poi Malgioglio…
( Ride): «Non sono una che va a leggere gli oroscopi però sono Ariete, quindi testarda, e so ascoltare».
E come è stata l’esperienza?
«Bella, vedevi appena un capezzolo mentre in quegli anni andava anche il topless! Eppure fece clamore, tanto è vero che quel numero fu ristampato tre volte, perché avevaposatoRosanna Fratello: la brava ragazza era impazzita ed era andata su Playboy ».
E poi?
«Epoi Lino Banfi, con cui ero in tournée, mi proponeva i film che ha fatto fare alla Fenech perché, nel suo immaginario, ero la Fenech. Mi pregavama io non ho mai accettato. Mi ha voluto Luigi Comencini, ma io pensavo troppo alla canzone».
Però era dotata per il cinema, ha
vinto un Nastro d’argento per Sacco e Vanzetti.
«Pensi che Giuliano Montaldo è venuto proprio lì, al numero 3 ( e con una mano indica il palazzo di fronte al caffè di piazzaMissori dove siamo, ndr) e mi ha fatto un provino. Mi fece camminare dalla porta d’ingresso alla scrivania e disse solo: “Perfetto, tu sei Rosa Sacco”. Non mi ha fatto dire una parola».
Mina l’ammirava.
«Ho cantato Ciao anni verdi con I Domodossola, un gruppo prodotto daMina. Ricordo che mi mandò un mazzo di rose rosse in albergo a Sanremo per dire quanto fosse felice di questa accoppiata. È sempre stata una persona che ti diceva quello che c’era da dire».
Vi siete più sentite?
«No. Non avevo l’intelligenza di coltivare, invece coltivare in qualsiasi ambiente è importante. Ero acerba».
Mi parli di Bobby Solo che ha scritto la sua nuova canzone Non si pesa in grammi l’anima.
«Un scatenato simpatico, lo dico in modo molto affettuoso, dice sempre quello che pensa. Dice che noi dobbiamo mantenere alto il nostro “Io”».
Ovvero?
«I canoni della musica che ci appartiene sono la poesia, lamelodia e una strofa e un ritornello. La canzone italiana nasce dalla canzone napoletana, Pino Daniele che cosa scriveva? La melodia raccontata in chiave jazz, rock, come vogliamo definirla? Cosa ci ricorderemo di questo Sanremo? Chi si è travestito? Va bene, per carità, ma vada a teatro».
Gianni Morandi conosciuto a Canzonissima?
«Io ero la ragazza del Sud, lui era il ragazzo di tutte, perché le ragazze si innamoravano alla follia dei cantanti. Vorrei, però, che mi citasse Massimo Ranieri».
Cito, mi dica.
«È uno del Sud, un uomo rispettoso, non so come dire... non è che Morandi non lo sia, cimancherebbe. Massimo è uno che sta un passo indietro di fronte a una donna, non fa il cretino. Con lui abbiamo avuto un rapporto incredibile. Sa, ci sono state anche delledicerie...».
L’unica diceria che io abbia sentito era su Aldo Moro
«Non so proprio come sia stato possibile. Non lo so, si dicono tante cose. E sono false come per Ranieri».
Ha avuto i complimenti della Callas.
«Dovevo cantare al Roof garden di Sanremo e di fronte a me ci trovo la Callas con TonyDelMonaco. Erano lì perché volevano ascoltare lamia voce. Mi hanno invitata al loro tavolo, lei mi ha fatto i complimenti. Cosa era, il ’71? Era elegantissima come sempre, questa donna famosa in tutto il mondo parlava a una ragazza che nasceva in quel momento. Sono quelle cose che ti dici: “Non stanno succedendo davvero”».
Torniamo al presente. Quando ha saputo che l’avrebbe intervistata una donna si è detta contenta: “Ci intenderemo meglio”. La vedo femminista: che mi dice di Diletta Leotta, criticata anche da tante donne?
«Va perdonata. Ha letto un testo che gli autori le hanno scritto e avrebbe fatto meglio a correggerlo. Anche io sono cascata in tante trappole, come quando ho raccontato che ero vergine e hanno titolato: “Sono un giglio e me ne vanto”. Subito dopo mi dissi: “Ma guarda che oca sono stata!”. La Leotta viene attaccata pure per i ritocchini, ma oggi si rifanno tutte, anche l’impiegata che va in ufficio. Comunque anche se si fosse rifatta... se lei si sente bene così, perché no? Libertà».
La lezione che ha imparato in 50 anni di carriera?
«Dire quello che si pensa sempre e sempre con garbo. E con garbo dico che certe persone del mondo dello spettacolo non dovrebbero giudicare e decidere la carriera di altre persone».
Chi sono?
«Tesoro, forse non si può dire tutto tutto. Se dovessi dire tutte le cose chemi va di dire, altro che la mia amica Iva Zanicchi! Ma non ho questa forza né la sua padronanza di dire le cose e di saperle dire».