GIORGIO DELL’ARTI
QUALCHE SETTIMANA FA, GLI STATIUNITI HANNO SCELTO DI NON STAMPARE A PROPOSI TODI NIENTE,
IL LIBRO DI MEMORIE DEL REGISTA AMERICANO, ACCUSATO DI MOLESTIE, MA MAI INCRIMINATO. IL VOLUME INVECE ESCE AD APRILE NEL NOSTRO PAESE
Woody Allen non è stato ritenuto colpevole dalla giustizia americana (severissima in genere), che pure ha ampiamente esaminato i capi d’accusa.
Quindi non ci sono ragioni per non pubblicare i suoi libri. Se fosse stato processato e giudicato colpevole dalla giustizia americana, vuol dire che avrebbe già pagato per il suo crimine, o starebbe scontando la sua pena.
E la civiltà del diritto europea, quella che nasce dall’Illuminismo e dal Cristianesimo, dal Beccaria di Dei delitti e delle pene, impone di pensare che la persona non può integralmente identificarsi col la storia del suo delitto. Quindi anche in questo caso (dell’irrealtà) non ci sarebbe ragione di non pubblicare l’autobiografia di Woody Allen. Infine: non ammiriamo Caravaggio per i suoi dipinti, lui che pure è stato un assassino che si è sottratto alla legge, anzi è morto mentre fuggiva? E non leggiamo Pasolini che pure ha avuto problemi con la giustizia per i suoi rapporti?
Una cosa è il giusto processo e la eventuale giusta condanna giudiziaria per chi si macchia di un reato. Altra cosa è il giudizio estetico su un’opera d’arte.
Woody Allen, per quello che ne sappiamo, è un genio, un grande scrittore umoristico, e non colpevole. E ha scritto una delle più belle autobiografie che mi sia capitato di leggere.
Poi, come ha scritto Stephen King in un tweet: « Chi pensa che Woody Allen sia un pedofilo non compri i suoi libri e non guardi i suoi film. In America si fa così». Anche in Italia.