Cuore
Così inizia la storia
«Oggi primo giorno di scuola. Passarono come un sogno quei tre mesi di vacanza in campagna! Mia madre mi condusse questa mattina alla Sezione Baretti a farmi inscrivere per la terza elementare: io pensavo alla campagna e andavo di mala voglia. Tutte le strade brulicavano di ragazzi; le due botteghe di libraio erano affollate di padri e di madri che compravano zaini, cartelle e quaderni, e davanti alla scuola s’accalcava tanta gente che il bidello e la guardia civica duravan fatica a tenere sgombra la porta...».
Perché leggerlo oggi?
Cuore fa riflettere su ciò che è giusto e ciò che è
sbagliato. Al di là di facili letture moraliste, ciò che è giusto - in quest’opera di Edmondo De Amicis del
1886, che racconta un anno tra i banchi di scuola nel periodo dell’Unità di Italia - è l’attenzione e la cura per l’altro, la passione e la dedizione per il proprio lavoro, il legame profondo e significativo con le istituzioni, il sentire di avere tutti una casa comune, che De Amicis chiama «patria».
Il personaggio indimenticabile
Garrone. È un ragazzone che fa molta tenerezza, ed è l’immagine per eccellenza della bontà d’animo e del non esitare mai nel fare ciò che è bene, malgrado le difficoltà.