Oggi

AntonellaC­lerici «Sono orgogliosa di essere italiana; mi vesto carina e mi piace stare ai fornelli»

- di Sabina Donadio

«ALLA FINE DI TUTTO QUESTO, DOVREMO DIRE AL MONDO QUANTO SIAMO BRAVI, BELLI, CAPACI E GENEROSI», DICE. EANCHE SE, COME TUTTI, È INANSIA PER CHIAMA E PASSALE GIORNATE CON LA FAMIGLIA, NON SI LASCIA ANDARE. «PROGRAMMO IL MIO TEMPO, MI VESTO CARINA EMI PIACE STARE AI FORNELLI»

Oggi è una giornata più difficile delle altre. L’umore non è dei migliori perché una mia cara amica ha la febbre alta, è ammalata e io sonomolto preoccupat­aper lei». AntonellaC­lerici è una donna solare, gioiosa, che sprizza positività e sano entusiasmo, ma anche lei, come tutti noi, vive questo isolamento fra alti e bassi. E la cifra che la rende speciale è proprio il suo essere una “di noi” anche neimomenti in cui la paura prende il sopravvent­o. Molto presente sui social, Antonella regala perle di saggezza, ricette facili, mentre fa dirette con i suoi amici chef. Non ci fa sentire sole, arriva dritta al cuore della gente e ci incoraggia con i suoi occhi grandi, pieni di speranza, a non mollare mai rispettand­o le regole di sicurezza.

Come vanno le cose nella casa nel bosco? La paura si sente anche lì?

«Quando due anni fa ho deciso di trasferirm­i in campagna mi hanno guar

CI TIENE COMPAGNIA SU INSTAGRAM Antonella Clerici, 57, ai fornelli. In queste settimane, cucina per i suoi cari e ci tiene compagnia su Instagram con gli amici chef. A sinistra, con il suo compagno Vittorio Garrone, 53, nella tenuta di campagna in Piemonte dove vivono.

ANCHE CUCINANDO CHIUSI INCASA AFFERMIAMO LA NOSTRA IDENTITÀ

data tutti come fossi matta. Ora non c’è giorno in cui io non benedica quella scelta. La provincia è rassicuran­te, solidale, attenta. Non ci giro intorno: sono immensamen­te fortunata ed è doveroso che io lo ammetta. Vivo circondata dalla natura, dalle persone che amo e questa maledetta situazione­mi ha reso ancora più cosciente di quello che voglio nella mia vita. Le piccole cose scaldano il cuore, qui nel bosco».

La massacrera­nno, i suoi hater: immagini chi vive in 50 mq. «Non voglio nascondere infatti il mio enorme privilegio. Capisco che chi è chiuso in casa e può guardare fuori solo attraverso una finestra sia piuttosto sconfortat­o. Ma il cerchio si stringe intorno a tutti noi, la pandemia è trasversal­e e a rischio lo siamo tutti, indistinta­mente».

Come è iniziato per lei l’incubo Covid-19?

«Prima del compleanno di Maelle, il 21 febbraio, guardavo all’epidemia in Cina come a una realtà lontana. Poi la mia piccola è partita col suo papà per il Marocco, mentre io e Vittorio siamo andati in Normandia per il suo lavoro. Lì ho cominciato ad agitarmi: non smettevo di seguire i notiziari e ho cominciato a provare un enorme disagio. Volevo tornare a casa, stare nelmio paese, soprattutt­o avere vicino la mia Maelle. Sapevo che col padre sarebbe stata al sicuro, ma l’idea che potessero metterla in quarantena mi angosciava. Sono stati sette giorni di grande ansia e solo quando ho potuto riabbracci­arla, ho ri-iniziato a respirare. Mi è corsa incontro e ci siamo strette forte, lei che è così poco incline a gesti in pubblico si è proprio lasciata andare, fra le mie braccia. Era il primo giorno di marzo...».

Maelle sapeva quello che stava accadendo?

«Non nascondoma­i nullaamia figlia, con le dovute cautele ovviamente. Quando è lontana dame va sempre un po’ in crisi, le ho detto che lei inAfrica era al sicuro. Io ero decisament­e meno tranquilla, ho perso dieci anni di vita in quell’assenza, perché non capivo come fosse la situazione da lei. Continuo a chiedermi ancora oggi: chissà quanti focolai ci sono in giro per il mondo?».

Come state vivendo questo isolamento?

«Siamoqui conduedei figlidiVit­torio perché Agnese è rimasta in Francia. Le frontiere sono chiuse, lei è con il suo fidanzato. È protetta e lamamma del ragazzo è un medico, la sentiamo tutti giorni. Vorremmo ovviamente essere tutti insieme, ma è complicato».

E il suo compagno?

«Lui è il capofamigl­ia, non perde mai il controllo perché sa di avere una grande responsabi­lità. Ma quando siamo soli ci facciamo un sacco di domande. Tiene alto il morale dei ragazzi, riesce sempre a strappare un sorriso a tutti noi, ma vedo che è preoccupat­o anche lui».

Lei è iperpresen­te sui social: ha visto che potenza hanno? I Ferragnez hanno fatto una raccolta straordina­ria.

«Ho grande ammirazion­e per loro. Chiara, pur essendo un personaggi­o internazio­nale che poteva scegliere di andare dove voleva, è rimasta qui con noi, in Italia e ha dimostrato quanto sia una ragazza piena di valori e generosità».

Pure lei, Antonella, raccoglie fondi per gli ospedali dell’Alessandri­no…

«Rimboccars­i lemaniche è un atto dovuto. Iomi stomuovend­o sul territorio, sensibiliz­zando gli industrial­i della zona e le personalit­à che conoscono bene la situazione qui intorno». «Tutto andrà bene». Il mantra rassicuran­te che fa immaginare il futuro.

«Io non riesco a pormi domande sul futuro. Siamo qui sotto lo stesso cielo, la nostra nazione è in pericolo, so solo questo. Il mio lavoro è in sospeso, non mi interessa altro che uscire da questa emergenza. Della tv ha senso parlare solo se fa informazio­ne e una programmaz­ione serale che possa distrarre. L’intratteni­mento in questo periodo mi disturba, meglio un bel film o una fiction. Rai News 24 sta facendo un lavoro eccellente».

Pure troppo, considerat­e anche le altre reti: siamo bersagliat­i, è quasi angosciant­e.

«A un certo punto io dico basta alle notizie. Preferisco immergermi in un bel libro». È tornata a cucinare per la gioia

del suo pubblico: che cosa rappresent­a la cucina per lei? «Cucinare con gli italiani in questo momento è un mezzo per stare in contatto: bisogna far passare in tutti i modi il sapore del nostro essere italiani, senza banalizzar­lo. Non siamo solo “pizza e mandolino”, ma molto altro. L’empatia in cucina come nella musica e in tutto ciò che facciamo, ci rende unici. Tornare ai fornelli significa essere parte di una collettivi­tà che in questo momento, anche cucinando, si ritrova a far sentire la sua forza, la sua voce. Con ottimismo e leggerezza».

La sua giornata come si svolge? «Ho deciso di programmar­la accuratame­nte: sveglia alle 8, cascasse il mondo, poimi lavo e corro a far colazione con Vittorio. È il “nostro” momento in cui parliamo e sentiamo i notiziari. Dopo, usciamo a camminare nel bosco con i cani. Al ritorno leggo tutti i quotidiani e i settimanal­i, poi magari faccio una piccola diretta Instagram sulla cucina in cui invito le mie amiche o i miei chef. Dopo pranzomi dedico ai compiti di Maelle. Quando ha finito esce in giardino e gioca un po’ all’aria aperta, poi prepariamo insieme un dolce. Dopo cena giochi da tavolo con i ragazzi e poi tutti a nanna col cuore pieno di noi, della nostra bella armonia».

Non c’è tempo per annoiarsi, direi.

«Ci tengo a non lasciarmi andare, mi vesto carina e con un filo di trucco affronto la mia giornata, fatta di tempi meno frenetici. Apprezzo infinitame­nte i piccoli gesti e sento più che mai una gran voglia di gentilezza. L’avevamo persa: l’arroganza imperava prima di questa brutta cosa. Ora abbiamo davvero un’opportunit­à per essere migliori. Quando tutto sarà finito dovremo portare l’italianità al centro di tutto e dire al mondo quanto siamo bravi, belli, capaci e generosi».

Voi famosi potete e dovete farlo! «Raccontere­mo questa Italia popolare ed emotiva, ma fiera e piena di gente meraviglio­sa. Questa è una promessa. E, se mi concede una battuta, dimostrere­mo al mondo di che “pasta” siamo fatti!».

L’EMERGENZA È INIZIATA MENTRE MIA FIGLIA ERA IN AFRICA.

SONO STATA INANSIAFIN­OAQUANDO L’HO RIABBRACCI­ATA

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«Sono fortunata a stare in campagna»
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 ??  ?? Maelle è tornata dal viaggio col papà UNA VACANZA PER GLI 11 ANNI Eddy Martens, 42, l’ex di Antonella. «A febbraio ha portato nostra figlia in Marocco, poi è scoppiata l’emergenza e non vedevo l’ora di riavere Maelle con me», dice Antonella. In alto, Maelle, 11, a casa fa merenda.
Maelle è tornata dal viaggio col papà UNA VACANZA PER GLI 11 ANNI Eddy Martens, 42, l’ex di Antonella. «A febbraio ha portato nostra figlia in Marocco, poi è scoppiata l’emergenza e non vedevo l’ora di riavere Maelle con me», dice Antonella. In alto, Maelle, 11, a casa fa merenda.
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«NON PENSO AL LAVORO» Antonella Clerici tra le mura di casa. A sinistra, in cucina. Sopra, seduta in poltrona abbracciat­a dalla figlia Maelle. «Il mio lavoro è in sospeso, ora non mi interessa altro che uscire dall’emergenza». Il loro legame è molto forte

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