Oggi

Il Vangelo della domenica

Se non potete andare a Messa

- Di i Mons. Vincenzo Di Mauro - vescovo

Anche in questa domenica, la liturgia romana e quella ambrosiana ci invitano a riflettere sul medesimo passo evangelico: un fatto stupefacen­te, la risurrezio­ne di

Lazzaro.

Gesù si trovava fuori dalla Giudea (dove viveva Lazzaro). Maria e

Marta ( le sorelle di Lazzaro) fanno giungere a

Gesù questo messaggio:

«Il tuo amico, Lazzaro, è malato, è grave; vieni subito!». Ma Gesù sembra soprassede­re: sapeva bene che inGiudea si stava tramando per arrestarlo e giustiziar­lo. Dopo due giorni, tuttavia, decide di andare a sud, a Betania; ma, quando arriva, Lazzaro è già morto da diversi giorni. Gesù si commuove e, al sepolcro, scoppia a piangere. Poi il gesto strepitoso: fa rotolare via la pietra che chiudeva la tomba e si mette a urlare: «Lazzaro, vieni fuori!» e questi esce, come unamummia, avvolto nei lini. «Liberatelo e lasciatelo andare»: le ultime parole di Gesù.

È un brano che lascia tutti a bocca aperta. Alcune volte Gesù aveva definito se stesso come «la risurrezio­ne e la vita». Ma, ovviamente, un conto è proclamare queste definizion­i e un altro è far risorgere un morto!

Subito il pensiero corre a quanto sta succedendo in Italia e nel mondo in queste settimane. Forse anche noi, comeMarta e Maria, vorremmo cheGesù fosse qui e operasse qualche guarigione e, magari, anche qualche risurrezio­ne. Ma non è così! Pur lasciando a Dio la possibilit­à di operare dei miracoli anche oggi… la storia ci ha insegnato e ci insegna che Dio non interviene platealmen­te come a Betania. Apparentem­ente, lascia che tanti bambini muoiano di fame e di guerra; che tanti anziani siano lasciati a loro stessi; che tanti, troppi, soffrano e muoiano.

Che cosa ci potrebbe suggerire questo evento? Forse ci invita a puntare i nostri riflettori su Gesù: Lui avrebbe potuto evitare la sofferenza, la morte! Eppure, le ha volute attraversa­re: tradito da un amico, rinnegato dal capo dei suoi discepoli, ingiuriato da chi aveva beneficato, guarito, sfamato. Processato, percosso, umiliato, calunniato, condotto alla croce tra insulti e sputi; sudore, aceto, sangue, spine, chiodi, umiliazion­i, fallimenti! È come se Gesù ci dicesse che anche lui ha voluto attraversa­re l’esperienza del dolore, della morte perché noi uomini non crediamo a chi non abbia mai sofferto, a chi parla ma non sa che cosa significhi soffrire! Solo così apprezzere­mmo l’ultima pagina del Vangelo, la risurrezio­ne, difficile da credere nei meandri oscuri della sofferenza, del dubbio, della morte. Ma questo è il suo Vangelo, la sua “bella notizia”: non tutto finisce con la morte, «Io sono la risurrezio­ne e la vita». Davanti a questo mistero ci sentiamo tutti come un pendolo che va e viene: qualche volta credenti, altre diffidenti, miscredent­i o addirittur­a non credenti. Forse dovremmo pregare così: noi crediamo, Signore, ma tu … sostieni la nostra fede!

 ??  ?? COSÌ GIOTTO DIPINSE IL MIRACOLO DI GESÙ La risurrezio­ne di Lazzaro nell’affresco di Giotto che si trova nella Cappella degli Scrovegni di Padova.
COSÌ GIOTTO DIPINSE IL MIRACOLO DI GESÙ La risurrezio­ne di Lazzaro nell’affresco di Giotto che si trova nella Cappella degli Scrovegni di Padova.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy