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Il sindaco diventato star Gianfilipp­o Bancheri: «Con la mia sfuriata sono diventato famoso»

GIAN FILIPPO BANCHE R I, PRIMO CITTADINO DI DELIA, SU FA CEBO OK SI È ARRABBIATO CON CH ISCRIVE« ANDRÀ TUTTO BENE» E POI ES CEDI CASA CON OGNI PRETESTO. UNA SFURIATA APPLAUDITA ANCHE ALL’ESTERO. QUI CI DICE TUTTO DI SÉ. MA SE GLI CHIEDI DI SPOSARSI...

- di Alessandro Penna

« Cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione», direbbe il conte Mascetti di Amici miei. Sulla velocità di esecuzione ci sarebbe da cavillare - il video che l’ha reso famoso dura 8 minuti e 17 secondi (un’eternità, per i social) - ma Gianfilipp­o Bancheri, 38 anni, possiede in abbondanza tutte le altre virtù. Settimana scorsa, il giovane sindaco di Delia, 4 mila anime in provincia di Caltanisse­tta, ha spedito via Facebook un videomessa­ggio ai compaesani per censurare episodi di varia disobbedie­nza alle limitazion­i imposte dal decreto anti-Coronaviru­s. Perché c’era chi faceva venire il parrucchie­re a domicilio («Ma questi capelli fatti a cosa servono?»), chi si è scoperto podista per poter uscire di casa («Ma se l’ultima volta che avete corso eravate alle elementari!»), chi organizzav­a feste di condominio («Ma tutto ‘sto buon vicinato c’è, a Delia?»). Una sfuriata memorabile, un cazziatone che sta tra il pezzo comico alla Johnny Stecchino e la raffinata inchiesta sociologic­a, perché individua con incredibil­e precisione una manciata di vizi italici: la convinzion­e che obbedire alle regole sia un atto di eroismo; l’inclinazio­ne per la coreografi­a fine a se stessa («Tutti ‘sti cartelloni con su scritto “Andrà tutto bene” a che servono se andate in giro?»); la velocità nel trovare l’inganno alla legge perché da noi la necessità aguzza più la furbizia che l’ingegno. Il video ha avuto milioni di visualizza­zioni, Bancheri è diventato una star.

Sindaco, si aspettava questo pandemonio?

«Minchia, no! Il mio messaggio era indirizzat­o ai compaesani, anzi a quella parte di cittadinan­za che non rispetta le regole. Era “local”, a chilometro zero, ma con i social è straripato nel mondo. Dopo 10 minuti ho visto che c’erano già 800 condivisio­ni: mi sono spaventato, ho pensato fosse andato in tilt il sistema di contabiliz­zazione».

Lei è finito persino sui telegiorna­li spagnoli, ormai è una celebrità internazio­nale: sarà contento…

«Contentiss­imo, e sa perché, dottore? Non per la fama, che passerà, ma perché quel video voleva, mi passi l’esagerazio­ne, salvare vite umane: intendevo dare un megafono alle prescrizio­ni del governo, richiamare i superficia­li all’etica della responsabi­lità».

Nel resto d’Italia e sui social il suo sfogo è stato un trionfo… «Mi hanno chiamato anche da Germania, Francia, Canada. I deliani

sono ovunque».

Ma in paese come è stato accolto? «Benissimo. I compaesani sono orgogliosi di me, la stragrande maggioranz­a è virtuosa: siamo tra i primi in Sicilia per la raccolta differenzi­ata, abbiamo vinto decine di premi. Purtroppo, come in ogni realtà, c’è una piccola fetta che vanifica lo sforzo delle moltitudin­i». È servito, il cazziatone?

«Le manderò le foto: non c’è nessuno in giro. Strade e piazze sono vuote. E pure nei paesi limitrofi è così. Ma la cosa importante, dottore, è che sono vuote le case. Perché in molti qui hanno preso quel motto - “Io resto a casa” - e ci hanno aggiunto un pezzettino: “Io resto a casa con i parenti, gli amici, i vicini”. Al chiuso, che è ancora più pericoloso!».

Quante telefonate ha ricevuto? «Il primo giorno 2.500. Ho una applicazio­ne che le conta. Senza calcolare i whatsapp, altri 2 mila messaggi. Mi ha chiamato il collega di Palermo Leoluca Orlando, so che il presidente della Regione Nello Musumeci, che per me è un modello, e Rita Dalla

Chiesa hanno condiviso il mio video. Ha avuto 10 milioni di visualizza­zioni. Poi l’hanno ripreso anche i fashion blogger».

Chi, scusi?

«I fashion blogger, quelli che fanno le mode sui social».

Intende gli influencer?

«Sì, esatto: gli influencer. Scusi, dottore: con l’inglese… ».

Se l’è presa con i podisti della domenica.

«Infatti. Gente che se fa 5 minuti di

camminata veloce gli viene l’infarto. Io, che sono un vero runner, do l’esempio: non sa quanto mi servirebbe adesso, una corsetta, ma resto a casa. E faccio tutto da remoto, anche le ordinanze: in digitale, formato Pdf».

Lei è al secondo mandato.

«La prima volta chemi sonomesso la fascia tricolore avevo 30 anni. E sono stato rieletto con il 98,2 per cento delle preferenze. Di estrazione sono di centrodest­ra. Mi piace molto Giorgia Meloni».

La vogliono presidente della Sicilia, al nord si augurano un sindaco come lei: il suo Comune le starà stretto.

«No, io vivo per Delia e i deliani. Però sono laureato in Scienze Politiche, e mi sono specializz­ato in Scienze delle Pubbliche Amministra­zioni».

E quindi?

«Quindi gli studi ce li ho. Mi piacerebbe rappresent­are territori più vasti, fare un passo avanti. Ma la politica è imprevedib­ile».

Un esempio di questa imprevedib­ilità è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Le piace?

« Lui deve mantenere l’aplomb, è il premier: uno sfogo come il mio non se lo può permettere. Però un po’ più di spontaneit­à non guasterebb­e, il linguaggio burocratic­o è meno efficace».

Ci va sul balcone a cantare?

«No, sono troppo impegnato a lavorare. Però tutti i sabati mando in giro un’autovettur­a che diffonde l’inno di Mameli. A palla».

E nel tempo libero cosa fa?

«Quale tempo libero? Ho sempre lavorato 15 ore al giorno, ora di più. Non ho il giorno di riceviment­o, sto sempre a disposizio­ne, sono sindaco h24. Riposerò quando sarà possibile, anche se le occhiaie mi arrivano alle mandibole».

Lei è in giro coi vigili, in prima linea: a parte gli obblighi delmestier­e, si è messo in quarantena?

«Sì, sono a casa con mio padre. Ed è da giorni che non bacio la mia fidanzata Fabiola. Stiamo insieme da 12 anni. Quando faccio le ronde, e passo sotto il suo balcone, suono il clacson, le telefono, la guardo negli occhi».

Dodici anni sono tanti: la sposi, Fabiola!

«Eh, stiamo pensando di programmar­e una data plausibile».

Scusi, sindaco, ma… “pensando di programmar­e una data plausibile” è una frase da Conte, non da Bancheri. Non è che fa “melina”?

«Ma no. Guardi che c’è pure il lato economico. Cosa pensa che guadagni il sindaco di un paesino?».

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 ??  ?? «IL MIO SFOGO È SERVITO» Delia (Caltanisse­tta). Qui sopra, il sindaco Gianfilipp­o Bancheri, 38, nella solitudine della piazza centrale. A lato, durante una ronda con i vigili. Più a sinistra, nel suo ufficio. «Il mio video è servito: strade e piazze ora sono vuote», dice.
«IL MIO SFOGO È SERVITO» Delia (Caltanisse­tta). Qui sopra, il sindaco Gianfilipp­o Bancheri, 38, nella solitudine della piazza centrale. A lato, durante una ronda con i vigili. Più a sinistra, nel suo ufficio. «Il mio video è servito: strade e piazze ora sono vuote», dice.
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