Luca Argentero «Ho una donna perfetta e una bimba in arrivo»
«SPERAVO DI DIVENTARE PADRE E OR AMI CAPITA CON CRISTINA, LA PERSONA STUPENDA CHE HO ALMI O FIANCO ». INTANTO, SU RAI 1, È UN MEDICO ESEMPLARE CHE TORNA ALLA VITA Si amano da quasi cinque anni
Luca Argentero ha per ora dovuto sospendere le riprese a causa dell’emergenza sanitaria, ma la Rai manda comunque in onda le prime quattro puntate di Doc - Nelle tue mani (dal 26 marzo). Un lavoro importante, per i tanti aspetti che l’attore mette in luce. Senza nascondere, poi, che questo è per lui un momento di straordinaria felicità: sta per diventare padre.
La serie è tratta da una storia vera, quella delmedico Pierdante Piccioni che dopo un trauma aveva cancellato dalla memoria 12 anni della sua storia. Oggi quel medico, che ha saputo ricostruirsi una vita e una professione, è in prima linea a Codogno e Lodi contro il Coronavirus (vedi box nella pagine seguenti). Che rapporto avete?
«Pierdante è stato un’inesauribile fonte di ispirazione e di risposte. Ci siamo messaggiati e oggi mi ripete le raccomandazioni che tutti ci sentiamo fare. Poche settimane di sacrificio - ma che siano poche è lamia speranza a dirlo - possono aiutarci a uscire più in fretta da questa situazione. Dev’essere un dovere civico rispettare quello che ci viene detto».
Come si è calato nei panni del primario Andrea Fanti? «Oltre al confronto con Pierdante, sono stato osservatore privilegiato in un reparto del Policlinico Gemelli di Roma. La mia speranza è che i medici, oggi così chiamati al sacrificio, si sentano ben rappresentati da questa fiction. È riduttivo definire il loro un lavoro. Stiamo vedendo in questi giorni che si tratta di una vera e propria vocazione».
Cosa le ha regalato questa prova d’attore?
«La sensazione di essere molto fortunato a vivere nelmio Paese. Abbiamo a disposizione una sanità pubblica che funziona, che risponde, che esiste e ciò all’estero non è scontato. L’idea che sia un diritto è una cosa che mi solleva».
C’è mai stato un momento nella vita in cui ha pensato di fare il medico?
«No, non avrei mai potuto. Non sarei capace di vivere quotidianamente accanto alla sofferenza altrui. Ho scelto il mestiere opposto, privo di qualsi
« SONO FORTUNATO A VIVERE IN ITALIA. QUI LA SANITÀ PUBBLICA ESISTE EFUNZIONA
asi responsabilità nei confronti delle persone. Faccio il pagliaccio: se una battuta non fa ridere, non muore nessuno. Non so se riuscirei a sopportare l’idea di un mestiere dove lo sbaglio può mettere a repentaglio la vita del prossimo».
Lei a breve diventerà padre di una femminuccia. Come vive questa esperienza ai tempi del Coronavirus? Ha paura?
(ride) «Lei arriverà nella tarda primavera… No, sono ancora più entusiasta, fiducioso e speranzoso. Il nostro sentimento, e parlo anche per Cri ( Cristina Marino, la sua compagna, attrice come l’ex moglie di Argentero, Myriam Catania, ndr), è di gioia pura. Siamo certi che andrà tutto bene. Penso che in questo momento ciascuno stia ripensando le proprie priorità. Quanto è importante avere una casa, oggi che ci chiedono di rifugiarci lì; la salute, messa così in pericolo e l’ambiente. Avendo una piccola vita da accogliere, il mio impegno sarà di renderle il mondo migliore possibile. Ma ognuno di noi può lavorare per un futuro più desiderabile».
Ha già idea di che padre sarà? «Cercherò di replicare l’esempio che ho ricevuto. I miei genitori hanno fatto con me un buon lavoro, mi ritengo una brava persona. Adotterò gli stessi principi, in cima a tutti l’amore, il prendersi cura l’uno dell’altro, il forte senso di appartenenza alla famiglia». «Chiedimi se sono felice» è la sua didascalia a una bellissima foto di Cristina col pancione, postata su Instagram…
«Sono al ventesimo cielo! Ho sempre pensato che un giorno sarei diventato padre, ma un figlio non è una roba che ordini sulmenu. Deve arrivare e questa bimba fa capolino nelmomento migliore possibile, con una persona perfetta e stupenda come Cri».
Ecco, la sua compagna ha dichiarato di volere tre figli.
«E io sono d’accordissimo con Cristina. Condivido molto quello che lei dice. Anzi, se trova qualcosa di suo, sappia che la sottoscrivo».
E allora: ha dichiarato anche che dovevate sposarvi, ma l’arrivo della piccola vi ha spinto a rimandare. C’è una previsione di nozze, oggi?
«In questo momento sono vietati anche i funerali, è difficile rispondere alla domanda: io non riesco a prevedere neanche quello che farò settimana prossima. Ma abbiamo tutta la vita davanti. La nostra priorità, ora, è fare che la piccola nasca in modo sereno e trovi un ambiente ospitale».
Luca, come sta affrontando la quotidianità “ai domiciliari”? «Anni fa ho scelto di vivere fuoriRoma, dove peraltro torno una buona parte dell’anno per esigenze di lavoro.
La mia residenza è in Umbria: lì ho la casa di campagna, un po’ di terra che mi dà frutta, verdura e un olio pazzesco. Mio nonno, siciliano, diceva che la terra è bassa per tutti. Ricco o povero, devi per forza piegarti se vuoi zappare, raccogliere o piantare qualcosa».
Lei, così educato, si è lasciato sfuggire un «vaffa » sui social all’indirizzo di Boris Johnson dopo le note esternazioni. «Non vorrei essere nei panni del premier Conte, o dello stesso Johnson, quando si devono prendere decisioni che influiscono sulla vita di milioni di persone. Però è doveroso comunicarlo nel modo giusto. Uno può anche pensare all’idea dell’immunità di gregge, magari ci sono teorie scientifiche da considerare… ma prima di rivolgersi al proprio popolo, e quindi al resto dell’Europa, bisogna riflettere. Penso che Johnson si sia espresso nel peggior modo possibile. Siamo tutti sulla stessa barca. Io credo che se non si trova una soluzione collettiva, non usciremo presto da questa faccenda ».
In tempi migliori, lei è stato recluso nella casa del Grande
Fratello 3. Che ricordo ne ha? «Mi sono divertito molto, poi tutto è nato da lì. Mi hanno preso per Carabinieri e dopo una settimana sul set ho detto a me stesso: “Se questo dovrà essere quello di cui vivrò, sarò un uomo felice perché mi piace un sacco”».
Che effetto le fa il GF Vip?
«Lo ammetto, non ho grande familiarità. Però noi eravamo ragazzi presi dalla strada, molto diversi uno dall’altro e senza agenti. Cazzeggiavamo come avremmo fatto fuori da lì. Oggi già la definizione Vip indica persone abituate alle telecamere e quindi tutto diventa spettacolo. Rispettabile, ma che c’entra poco con ciò che eravamo».
Ma non avevate un copione scritto dagli autori?
«Macché! Nessuno è in grado di recitare per tre mesi, figurarsi dei ragazzini!».