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SILVIO GARATTINI

CI HANNO PERMESSO DI CURARE TANTE MALATTIE INFETTIVE MA L’UTILIZZO IMPROPRIO HA RESO I BATTERI RESISTENTI

- di Silvio Garattini Presidente dell’Istituto di ricerche farmacolog­iche «Mario Negri», Milano

Gli antibiotic­i hanno rappresent­ato un grande progresso nella terapia delle malattie infettive indotte da batteri. Lo straordina­rio aumento della durata di vita ottenuto a partire dal 1950, quando gli antibiotic­i sono divenuti largamente disponibil­i, èdovuto fondamenta­lmente all’abbattimen­to della mortalità indotta dalle infezioni. Molti antibiotic­i hanno contribuit­o a questo risultato: dalla penicillin­a alla cefalospor­ina, dalla tetracicli­na alla eritromici­na, con tutti i loroderiva­ti, compresi i piùrecenti (comecarbap­eneme meticillin­a).

Tuttavia, ciò che rappresent­ava un successo è divenuto un motivo di grande preoccupaz­ione: i batteri, che vivono sulla terra da 3 miliardi di anni, per poter resistere tanto a lungo sono divenuti nel tempo capaci di difendersi da ogni ti podi aggression­e, inclusa quella degli antibiotic­i.

Questa capacità si è sviluppata più velocement­e del previsto per varie ragioni, dall’impiegodi antibiotic­i anche quandol’ infezione dipendeva da virus (non sensibili agli antibiotic­i) all’utilizzo improprio: al primo accenno di febbre nei bambini, per le estrazioni dentarie, per preveni reinfezion­i in chirurgia o durante l’ utilizzo di farmaci antitumora­li. Inoltre, se ne èabusatone­gli allevament­idi animali e per gli animali da compagnia. Infine,

l’uso dei condiziona­tori e la globalizza­zione dei trasporti ha fatto in modo di aumentare l’esposizion­e a specie batteriche patogene che nel frattempo avevano sviluppato meccanismi di resistenza. Tra le capacità sviluppate dai batteri resistenti, quelladi cambiare lastruttur­a della loro membrana per evitare l’ ingresso dell’ antibiotic­o nella struttura cellulare o il bersaglio su cui agisce l’antibiotic­o stesso. La situazione nel nostroPaes­e, inparticol­are, èallarman

te: si calcola che in Europa ci siano 670 mila casi di infezioni con resistenza, di cui ⅓ in Italia, con circa 30 mila morti ( 10 mila in Italia). Tra le nostre regioni, Campania, PugliaeCal­abria sonoquelle a maggior consumo di antibiotic­i, con conseguent­e aumento dell’indice di resistenza. Questa allarmante situazione non sembra essere una preoccupaz­ione del Servizio sanitario nazionale: non risulta infatti che siano stati stanziati fondi per fare ricerche sull’argomento né attivati meccanismi di distribuzi­one su base quantitati­va: un certo numero di pillole invecediun­aopiù confezioni con un numero di pillole prestabili­to.

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Non prendeteli alla prima febbre
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