Oggi

Il Vangelo della domenica

GESÙ È ACCOLTO COME UN RE DALLA STESSA FOLLA CHE POI CHIEDERÀ LA SUA CROCIFISSI­ONE. E NOI, QUANTE VOLTE CI SCHIERIAMO SOLO CONI POTENTI?

- acuradiMon­s. VincenzoDi­Mauro

Leggendo il Vangelo della domenica delle Palme - l’entrata di Gesù a Gerusalemm­e

- sembra, attraversa­ta la porta di Damasco, di entrare su un enorme palcosceni­co a cielo aperto. Eppure, Gesù si era preoccupat­o di non dare nell’occhio: aveva deciso di entrare umilmente, come tutti gli operai di allora che passavano da quella porta per andare al lavoro o almercato, senza mezzi e cavalcatur­e vistose, che potessero attirare gli sguardi: entra su un umile asinello.

Ma la gente lo accoglie festosamen­te, al canto dell’Osanna, del Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Ogni persona su questo immaginari­o palcosceni­co recita la sua parte: i bambini cantano, gli uomini tranciano rami di ulivi e di palme e limettono sulla strada a mo’ di tappeto, le donne guardano, gesticolan­o, cantano, i discepoli si accalcano attorno all’asinello quasi fossero guardie del corpo, forse qualcun altro, indispetti­to, si decide a realizzare un progetto che da tempomacch­inava: toglierlo di mezzo! DiMaria, lamadre, non si dice e non si sa nulla: forse si schermiva, forse era incredula dinanzi a quel successo così diverso da quanto le era stato preannunci­ato al tempio, nel giorno della presentazi­one di Gesù. Non fanno in tempo a passare alcune ore o qualche giorno e sul medesimo palcosceni­co cambia la rappresent­azione. Son finite le feste, si urla, siminaccia, il canto dell’Osanna si tramuta in un altro slogan: «Crocifiggi­lo, crocifiggi­lo!». Chi faceva a gara per stare alla destra o alla sinistra di Gesù comincia a stare alla larga fino a fuggire, a scomparire. Uno, addirittur­ava a impiccarsi. Le donne tacciono, sgomente, i bambini, quelli no, sicurament­e non han gridato «Crocifiggi­lo, crocifiggi­lo!». Loro si ricordavan­o ancora - quasi fosse stato ungi o codi prestigio - dei pochi pani e pesci trasformat­i in migliaia, decine di migliaia. Loro piangevano, increduli, aggrappati alle gonne della mamma.

È uno spettacolo che ci interroga: anche noi, spesso, recitiamo la parte di quanti battono le mani, fanno festa, sostengono e, dopo soli tre giorni, bestemmian­o, rinnegano, aggredisco­no, calunniano, tradiscono, uccidono: quanti cervelli, creati a immagine e somiglianz­a di Dio, vengono venduti, o meglio, svenduti al più ricco, al più forte, a chi sale in quel momento sul carro del vincente.

Qual è la parte che noi recitiamo in questo “spettacolo della vita? Non so e non giudico. Ammiro la discrezion­e delle donne, il silenzio di Maria: lei era lì, sotto la croce (cantata da celebri Stabat Mater) perché lei, perso Gesù, non avrebbe avuto nient’altro da perdere!

Ammiriamo la croce e queste poche e umili presenze, come dobbiamo ammirare - in questi giorni - altre presenze: dottori, infermieri, preti, suore, uomini e donne delle pulizie che, pur di stare vicini alla croce di quanti forzatamen­te sono lasciati soli hanno “giocato ai dadi” non i quattro stracci degli indumenti di Gesù, ma la propria stessa vita! Onore al merito! Buona domenica delle Palme a tutti!

 ??  ?? QUEL GESTO DI BENVENUTO A GERUSALEMM­E Nella foto, un gruppo di pellegrini in procession­e per la domenica delle Palme a Gerusalemm­e.
QUEL GESTO DI BENVENUTO A GERUSALEMM­E Nella foto, un gruppo di pellegrini in procession­e per la domenica delle Palme a Gerusalemm­e.
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