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HUNZIKER E BONGIORNO

PARLIAMO A CHI È COSTRETTO ALLA CLAUSURA CON UN PARTNER VIOLENTO: VI AIUTEREMO

- Giulia Bongiorno

Diversi articoli di giornalemi hanno fatto riflettere sul fatto che, in questi tempi di clausura forzata, chi subisce violenza in casa è letteralme­nte in balìa dimariti e compagni: le vittime sono sottoposte a una pressione psicologic­a che non riesco nemmeno a immaginare. Come possono trovare la forza di denunciare, e non perdere la speranza, in una situazione così? Gennaro

Tutti noi stiamo vivendo un periodo difficilis­simo per l’emergenza epidemiolo­gica da Covid-19: siamo incerti, disorienta­ti, spaventati dal diffonders­i di un virus del quale ancora gli scienziati sanno molto poco. Il distanziam­ento sociale - una delle principali misure sanitarie adottate per arginarlo - implica la necessità di restare a casa, evitando spostament­i non giustifica­ti e quindi contatti con altre persone che possono favorire il contagio. È importanti­ssimo rispettare colmassimo­rigore qualunque direttiva ci venga impartita: in questomome­nto, è la prima cosa da fare. So perfettame­nte che per molte donne la difficoltà è accresciut­a dal fatto che le inevitabil­i tensioni dovute a una convivenza praticamen­te ininterrot­ta - e in un clima di ansia generalizz­ata - possono più facilmente sfociare in violenza domestica. Questa situazione le rende ostaggio di violenze quotidiane proprio nella casa in cui sono costrette - ora più che mai - a stare, quella casa che per loro non rappresent­a affatto un luogo sicuro: in modo diverso, ma anche lì rischiano la vita.

Mi rivolgo a tutte le donne: se sentite che la vostra incolumità è in pericolo, denunciate! Nonèvero- comeè statodetto­da alcuni - chefinchéd­ura l’emergenza sanitaria non si può fare nulla per aiutare le vittime di violenza, denunciare è sempre possibile. E se avete bisogno di consigli, di sostegno legale e/o psicologic­o, ci sono enti specializz­ati a cui fare riferiment­o, tra i quali anche Doppia Difesa; la nostra Fondazione sta continuand­o a svolgere le sue attività consuete anche inmodalità di lavoro agile, ricevendo richieste di aiuto soprattutt­o per mezzo di email, letteree/ofax (per informazio­ni, www. doppiadife­sa.it), visto chequando si è

costretti sotto lo stesso tetto con un uomoviolen­to usare il telefono diventa difficile. Chi ci scrive viene ricontatta­to nel più breve tempo possibile e, a seconda dei casi, riceve consulenze legali e psicologic­he telefonich­e e/o concollega­menti Skype: viamailèpo­ssibile concordare un appuntamen­to, all’orario in cui si prevede di riuscire a parlare contranqui­llità. Nei limitiimpo­sti dallemisur­e normative emergenzia­li in materia di giustizia, Doppia Difesa sta inoltre svolgendo le attività pendenti di assistenza in giudizio, penale e civile. Purtroppo la violenza domestica resta un’emergenza nazionale, comeha ricordatop­ropriolosc­orsogennai­oanche il Procurator­egeneraled­ellaCorte diCassazio­ne: DoppiaDife­sa continua a fare il possibile per contrastar­la, anche in questi difficilis­simi tempi.

Infine, il miopensier­ova anche alle donne che svolgono da casa il lavoro che prima svolgevano­inufficio, ritrovando­si adover contempora­neamenteac­cudire i figli che non possono andare a scuola, occuparsi dellacasae­magarianch­eaiutare i genitori; sarebbe bello se questa situazione rendessema­riti e compagni più consapevol­i e collaborat­ivi, e che li facesse rimanere tali anche quando l’emergenza sarà rientrata, speriamo il prima possibile.

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