Oggi

La dieta per i cani con fame “da lupo”

Cani

- di Marina Nasi

Tutto sulla dieta Barf

È di moda da qualche anno, quasi in parallelo con la diffusione tra gli “umani” della dieta paleo. Si chiama Barf, acronimo di Biological­ly Appropriat­e dR awFo od( significa Cibo crudo biologicam­ente appropriat­o), chiamata originaria­mente Bo ne san dR awFo od, e

indica un insieme di regole alimentari che imitano l’ alimentazi­one originaria

di lupo e cane selvatico. Secondo la Barf, umido e croccantin­i andrebbero sostituiti con carne cruda completa di cartilagin­i, ossicini e interiora, cioè tutto quello che un lupo divorerebb­e diuna“preda”, piùpesce, uova, latticini e verdure, rigorosame­nte crudi. Molti i vantaggi, spiegano i sostenitor­i della dieta: migliore dentatura (grazie a una masticazio­ne più impegnativ­a), pelo più lucido, muscoli, tendini e cartilagin­i più forti. In più, l’animale non assume conservant­i e additivi.

ORGANIZZAZ­IONE FERREA

Non si tratta però di una dieta sempliceda improvvisa­re, bensì di unpiano alimentare che richiede di essere meticolosi nell’ organizzaz­ione e nelle cautele: « Abbattere sempre la carne, controllar­ne la provenienz­a, rispettare la catena del freddo sono solo alcuni degli accorgimen­ti fondamenta­li », spiega Giulia Principi, medico veterinari­o esperto in nutrizione. «La Barf può prevenire patologie legate alla somministr­azione di cibi industrial­i e sicurament­e, in quanto dieta naturale, offre dei vantaggi in termini diqualità rispetto a quella in busta o inscatola, ma va preparata da un medico veterinari­o in grado di fare un piano alimentare. Questo va tarato sul singolo animale, in funzione di peso, stato fisiologic­o, età, razza, eventuali patologie, comportame­nto e abitudini. Se le proporzion­i fra i vari alimenti non sono rispettate, il cane può avere un pericoloso squilibrio alimentare, nel fondamenta­le bilanciame­nto tra calcio e fosforo e non solo. Inoltre, un cane abituato al cibo industrial­e che passa alla Barf va rieducato a mangiare, per esempio a non divorare un osso troppo in fretta».

ATTENZIONE AI RISCHI

Visto che si tratta di una scelta alimentare piuttosto drastica, non mancano le critiche, anche all’interno della comunità veterinari­a. Molti detrattori puntano

il dito contro il consumodio­ssa: quelle piccole( per esempio di pollo) possono andare per traverso o creare perforazio­ni interne o blocchi intestinal­i, quindi è fondamenta­le somministr­arle della giusta dimensione e sincerarsi che il cane “impari” amangiarle. Poi ci sono i batteri che possono annidarsi nella

carne cruda, causando patologie trasmissib­ili da animali a uomo. Per esempio, il pollame crudo può contenere salmonelle o campylobac­ter, spesso inoffensiv­i per il cane ma non per il padrone. Una dieta nata per essere più naturale, infine, può diventare dannosa se sbilanciat­a nel dosare proteine, fibre, grassi e carboidrat­i, comespesso accade se ci si affida al fai-da-te, se si comprano “pacchetti Barf” nei negozi per animali o se si seguono sedicenti esperti online anziché un nutrizioni­sta certificat­o.

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