Pechino Express/ 2
L’ INFANZIA E L’ ADOLESCENZA RIBELLE CON IL PADRE GIULIANO, L’ AMICIZIA CON Q UE N TI N TARANTINO, IL PASSATO DA SPOGLIARELLISTA: L’ ATTRICE, DOPO L’ ELIMINAZIONE DALLO SHOW DIRAI 2, SI RACCONTA .« ESSERE FIGLIA D’ ARTE NON MI HA AIUTATO », DICE
Le confessioni di Vera Gemma
« Eora però voglio continuare a fare tv, devo dimostrare che Pechino Express non è stata solo una botta di fortuna. Ho tanto da dire, ma anche se fosse solo lamia autoironia, pijateve quella! ». Agguerrita e comica come l’abbiamo conosciuta nel reality show di Rai 2, VeraGemma ci parla dalla sua casa romana («Vivo la quarantena tra alti e bassi, alcuni giorni mi sento molto attiva e faccio ginnastica, altri sono apatica e non concludo niente», dice). La sua avventura a Pechino Express è stata travagliata: è iniziata conAsiaArgento, l’amica di una vita. QuandoAsia si è infortunata ed è dovuta tornare in Italia, è proseguita con il modello Gennaro Lillio.
Com’è andata con Gennaro?
«La prima volta che l’ho visto, gli ho detto: “Mammamia, sei più profumato di una donna di facili costumi” ( ride). Poi, la prima notte insieme inThailandia, mi ha fatto un certo effetto: stavo dormendo accanto a un bellissimo ragazzo a torso nudo! Ma non è nato nessun flirt: siamo diventati subito come fratello e sorella».
La cosa più difficile a Pechino Express?
«Si corre sempre, con uno zaino da 25 chili sulla schiena, una faticaccia».
I commenti sul web?
«Non ci sono mezze misure, sono abituata: o mi adorano oppure scrivono che sono brutta e rifatta».
Lei ha detto che è una figlia d’arte, ma nessuno le hamai regalato niente.
«Perfino a Natale non homai ricevuto regali, con la scusa che tanto avevo tutto. Sul lavoro ho pagato i pregiudizi. Ho fatto tanto teatro underground con Valerio Mastandrea e Chiara Noschese, s ma non importava a nessuno. La verità v è che nessuno mi ha mai capita, sono un personaggio difficile, non certo la ragazza della porta accanto».
Suo padre Giuliano la capiva? « Durante l’adolescenza per niente: ero ribelle, scappavo di casa e lui si arrabbiava. Poi però ha apprezzato tanto i miei lavori da attrice».
Che educazione le ha dato? «Tutta basata sulla disciplina e il sacrificio. Da piccole, io e mia sorella Giuliana dopo la scuola passavano ore a studiare danza classica, moderna, perfino il tip tap».
Un aneddoto sulla sua infanzia? «In Giappone erano pazzi di Giuliano Gemma, tanto da organizzare pacchetti di vacanze a Roma che prevedevano una visita a casa nostra. Così papà, io emia sorella ci mettevamo un kimono e accoglievamo tutti questi giapponesi in fila per fare una foto con lui».
Lei ha avuto una vita avventurosa. Ha fatto perfino la spogliarellista a Los Angeles, vero? «Guadagnavo da 300 fino a 1.300 euro al giorno. Dipendeva da te, da quanta voglia avevi di lavorare. Quello delle spogliarelliste è un mondo a sé,
molto divertente».
Ma come c’è finita a LosAngeles? «Grazie a Quentin Tarantino! Avevo letto una sua dichiarazione, in cui diceva che, senza attori come Giuliano Gemma, Hollywood non sarebbe stata la stessa. Avevamo un amico in comune, Eli Roth, un regista che ai tempi era fidanzato con Asia. Così tramite lui, gli ho proposto di andare a casa sua a cucinare una cena italiana. Dopo un mese mi ha risposto: mi ha invitato a casa sua e dopo cena abbiamo visto nel suo cinema privato due film di papà. E mi ha convinto a rimanere negli Stati Uniti. Dove poi mi sono innamorata e ho fatto un figlio, Maximus ( avuto dalmusicista blues Henry Harris, da cui poi si è separata, ndr)».
Qual è il suo vero talento?
«La scrittura. Spero venga ripubblicato il mio primo libro, Le bambine cattive diventano cieche, in cui racconto la mia vita».
Farebbe un altro reality show? «Mi avevano chiamato per l’Isola dei famosi, ho fatto due provini, erano esaltati, poi mi hanno fatto fuori all’ultimo. Ci sono rimastamale. Io ci andrei di corsa, non mi fermo davanti a niente, cimorirei sull’Isola».
GUADAGNAVO FINOA1.300 EUROASERA
FACENDO LO STRIPTEASE ALOSANGELES