Woody Allen
LEOSSESSIONI DELLAFARROW, L’AMORE PER SOON-YI, L’ACCUSADI ABUSI. NEL LIBRO «A PROPOSITO DI NIENTE », L’ ATTORE SVELAI RETROSCENA DELLO SCANDALO CHE L’ HA TRAVOLTO. E DICE :« IL CRIMINE È AVER COINVOLTO UNA BIMBA IN QUESTA STORIA» RON NAN E DYYLAN
«Non ho molestato mia figlia»
Premessa di chi scrive: non fosse che a un certopunto tratta di un argomento davvero scabroso, A proposito di niente, l’autobiografia di Woody Allen appena uscita in anteprima mondiale e-book per La Nave di Teseo, sarebbe un libro spassosissimo. Woody che cresce in una famiglia ebrea di Brooklyn dove una discussione sulle polpette di pesce «poteva generare unabattagliadegna di Omero», che a cinque anni s’indispone perché scopre il concetto di mortalità e pensa che «non eramica nei patti», che riesce a farsi riformare da militare perché si mangia le unghie, famorire dal ridere. Però Allen lo sa,, che in questo libro dovrà parlare anchhe d’altro. L’accusa che lo insegue daa anni, quella di aver molestato la figliaf Dylan quando aveva 7 anni, pesap come unmacigno. E così, raccconta la verità ( la sua, benintesso). Su
Mia Farrow, su Soon-YiY e su quel giorno d’agosto del 1992.
ERA UNA MISSION NE
New York, 1980. «Mi ia era più colta e informata did me, adeguatamente interes ssata al sesso, simpatica con i miei amici e, soprattutto, vivevav esattamente dall’altro latol di Central Park, da cui unu notevole abbattimento nelle spese per i taxi», scherza il regista raccontando di come si innamorò della Farrow. I due vivono separati («Non sono mai riuscito a dividere il bagno con nessuno»), vivono felici di cinema, jazz e cene vista Chrysler building. Eppure, avverte Allen, i segnali di pericolo, quelli che quando sei innamorato seppellisci sotto spesse fette di salame, ci sono già. Mia è cresciuta in un ambiente disfunzionale («Ogni membro della sua famiglia sembrava uscito da una tragedia greca»), si dice sia stata molestata dal padre, ha un rapporto morboso e conflittuale coi sette figli - tre biologici, quattro adottivi - e un’ossessione per lamaternità. «Ci frequentavamo solo da qualche settimana quando Mia si girò verso di me e disse: “Voglio un figlio tuo.” Non avvezzo a richieste più aggressive di “Vuoi finire di mangiare la tua aringa?” fui preso alla sprovvista, e deviai la conversazione sui tagliaerba». Woody ha già un buon rapporto con Moses e Dylan, i figli di Mia poi adottati anche da lui. Ma quando arriva Satchel, figlio naturale della coppia, la madre lo vuole solo per sé. Non solo: verso alcuni dei suoi figli è svalutante, violenta. Soon-Yi, per lei, è una “ritardata”. È uno scenario che farebbe allarmare chiunque, ma non
Allen. PerchéMia fingeva serenità da vera attrice consumata, sostiene lui. PerchéWoody è un uomo che pensa soprattutto a se stesso, ai suoi film, al suo clarinetto, pensi leggendo.
IL BASKET GALEOTTO
Con Soon-Yi, racconta Allen, non c’era mai stata grande simpatia. «Pensava che fossi il cagnolino di sua madre. Mi mancava solo il guinzaglio». In famiglia la ragazzina è silenziosa, cupa. Così, Mia chiede a Woody
«L’amavo molto, ma non sapevo tutto»