Oggi

La post@ dei lettori

SCRIVETE A: direttore.oggi@rcs.it

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Caro direttore, sono un medico internista impegnata in prima linea in una delle ormai tante aree Covid di un grande ospedale di Milano. Sono consapevol­e del fatto che la definizion­e di “eroi” sia utilizzata con gratitudin­e e stima da parte di tutti, ma non è reale. Non siamo eroi. Siamo esseri umani a tutti gli effetti, con paure, stanchezza, dolori e anche lacrime. Siamo persone che cercano di fare bene il loro lavoro, con impegno, dedizione e, sì, anche qualche sforzo straordina­rio. Non c’è nulla di eroico in tutto questo, c’è solo tanta umanità.

Irene

Cara Irene, capisco, apprezzo ma non mi ha convinto: per me, se in questa tragedia esistono eroi, sono le persone come voi.

UN LETTORE INGLESE

Caro direttore, vivo in Gran Bretagna e leggo Oggi ogni settimana, per migliorare il mio italiano e per rimanere in contatto con il vostro meraviglio­so Paese e la sua gente. Le vostre sofferenze mi intristisc­ono moltissimo. Anch’io sono in isolamento e ho più tempo per leggere e condivider­e i problemi che abbiamo. Tornerò in Italia il prima possibile, per ora posso solo augurarvi di sopravvive­re e prosperare.

Michael Robinson

PARODI E GORI

Caro direttore, ho appena letto l’articolo di Cristina Parodi, moglie del sindaco di Bergamo. Dovrebbe ricordarsi quando suo marito ha detto che tutto era a posto, che non succedeva nulla e che si poteva uscire per fare aperitvi o andare al ristorante. Invece di piangere lacrime di coccodrill­o.

Giuseppe Rolfi Caro Giuseppe, non c’è dubbio che Giorgio Gori abbia sbagliato, ma fino a un mese fa erano tanti, anche scienziati autorevoli, ad aver sottovalut­ato ciò che stava succedendo.

CHE COSA HOCAPITO

Caro direttore, sono un vostro lettore da circa un anno, mentre prima, senza offesa, ero il lettore che sbirciava dal parrucchie­re... Ho preso l’abitudine alla vostra rivista e devo dire chemi soddisfa. Detto ciò, le faccio i compliment­i, essendo io di Brescia, per l’editoriale dal titolo «Che cosa ho capito», sul numero scorso. Ha centrato il tutto con precisione e la giusta durezza che nasce dal vedere e giudicare le cose come stanno, senza se e senzama. In fondo, come noi bresciani siamo abituati a vedere e giudicare. Si può sbagliare o dissentire, ma questo è il giornalism­o chemi piace: concreto, senza fronzoli e senza peli sulla lingua.

Walter Ghizzardi

Caro direttore, il suo editoriale del n. 14 è troppo bello! Condivido in pieno! Ha mai pensato di riunire in un libro i suoi editoriali? Sarei la prima acquirente.

Ileana Barcella

Caro direttore, leggevo il suo editoriale e rivivevo le delusioni che ho provato come lei. Purtroppo, avendo soggiornat­o abbastanza a lungo in alcuni Paesi, mi è stato chiaro molto presto che il mito di Europa, simboleggi­ante le migrazioni da Oriente a Occidente, non potrà essere capito da popoli rinchiusi in se stessi e che assaporano un po’ di libertà interiore solo assoggetta­ndo gli altri... È un problema culturale e genetico che non penso possa essere superato. Mai. Come abbiamo fatto a pensare che ci potessero essere interessi comuni tra un italiano, figlio del Rinascimen­to, e un “theod-iscus”, tedesco, discendent­e dei Vandali? Tra uno spagnolo solare e uno svedese? Tra un olandese o un tedesco e un greco?

Elisabetta M.

Caro direttore, sul n.14 ha fatto un ottimo editoriale. Ciò che ha scritto lo condivido completame­nte e penso sia il pensiero di molti italiani.

Luisella

Caro direttore, sul numero scorso mi è piaciuta la ricostruzi­one di questa caotica emergenza sanitaria: non avete fatto sconti a nessuno, nemmeno a Conte che invece da altre parti è osannato a livelli nordcorean­i. L’editoriale fa un quadro desolante ma realistico di questa Europa: per il lavoro di autista vedo nellamia città una massiccia presenza di tricolori esposti sui balconi, mentre sono rarissime le bandiere Ue. E non parlo di una città sovranista del Veneto o della Lombardia, ma di Bologna...

Franco Bassi

Caro direttore, ho appena letto il suo editoriale. Condivido quanto ha scritto, bravo! Aggiungere­i che il nostro sistema sanitario è inadeguato e che per fortuna ci sono state iniziative di privati che hanno tamponato un po’ i danni. Spero che alla fine si trovino anche le responsabi­lità.

Filippo Cei

 ??  ?? Nonna Monica, da Ortisei, ci manda questa foto dei suoi nipotini Philipp e Vanessa: «Mi dà gioia e speranza».
Nonna Monica, da Ortisei, ci manda questa foto dei suoi nipotini Philipp e Vanessa: «Mi dà gioia e speranza».

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