Oggi

Ma è possibile che, nonostante il petrolio aiminimi storici, da noi la benzina costi ancora tanto?

CALA IL PREZZO DEL GREGGIO. PERÒ ACCISE E COSTI DI DISTRIBUZI­ONE VANIFICANO LA RIDUZIONE

- RISPONDE Mario Giordano giornalist­a, conduttore di Fuori dal coro ( Rete 4)

L’altro giorno quando ho sentito che il petrolio aveva raggiunto un prezzo negativo (cioè: i produttori pagano chi va a prendersel­o), ho provato a stuzzicare il mio benzinaio di fiducia.

Essendo uno dei fortunati che per lavoro si può muovere, mi sono presentato al distributo­re per fare il pieno e ho chiesto di incassare il relativo assegno. Ma l’amico benzinaio non è stato della stessa idea. E mi ha fatto pagare il conto di sempre. Cioè piuttosto salato. Perché mai? In effetti succede sempre così: quando il prezzo del petrolio sale, la benzina si adegua rapidament­e. Quando il prezzo del petrolio scende, la benzina resta pressoché ferma. La solita furbiziade­lle compagnied­i distribuzi­one?

In parte sì. Ma a loro giustifica­zione va detto che il prezzo della benzina è determinat­o quasi al 70 per cento (69

per l’esattezza) da componenti fiscali, comprese le note accise per la crisi di Suez (1956), per il disastro del Vajont (1963), per il terremoto del Belice (1968) eccetera. E le tasse, purtroppo, non variano al variare del costo della materia prima. Inoltre, durante l’emergenza il consumo di carburante è diminuito e quindi i costi di distribuzi­one (anch’essi fissi come le tasse) incidono molto di più. Per cui rassegnate­vi: un pochino il prezzo della benzina è già sceso, un pochino scenderà ancora. Ma temo non ve ne accorgeret­e nemmeno. Altro cheessere pagati per il pieno.

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