Ma è possibile che, nonostante il petrolio aiminimi storici, da noi la benzina costi ancora tanto?
CALA IL PREZZO DEL GREGGIO. PERÒ ACCISE E COSTI DI DISTRIBUZIONE VANIFICANO LA RIDUZIONE
L’altro giorno quando ho sentito che il petrolio aveva raggiunto un prezzo negativo (cioè: i produttori pagano chi va a prenderselo), ho provato a stuzzicare il mio benzinaio di fiducia.
Essendo uno dei fortunati che per lavoro si può muovere, mi sono presentato al distributore per fare il pieno e ho chiesto di incassare il relativo assegno. Ma l’amico benzinaio non è stato della stessa idea. E mi ha fatto pagare il conto di sempre. Cioè piuttosto salato. Perché mai? In effetti succede sempre così: quando il prezzo del petrolio sale, la benzina si adegua rapidamente. Quando il prezzo del petrolio scende, la benzina resta pressoché ferma. La solita furbiziadelle compagniedi distribuzione?
In parte sì. Ma a loro giustificazione va detto che il prezzo della benzina è determinato quasi al 70 per cento (69
per l’esattezza) da componenti fiscali, comprese le note accise per la crisi di Suez (1956), per il disastro del Vajont (1963), per il terremoto del Belice (1968) eccetera. E le tasse, purtroppo, non variano al variare del costo della materia prima. Inoltre, durante l’emergenza il consumo di carburante è diminuito e quindi i costi di distribuzione (anch’essi fissi come le tasse) incidono molto di più. Per cui rassegnatevi: un pochino il prezzo della benzina è già sceso, un pochino scenderà ancora. Ma temo non ve ne accorgerete nemmeno. Altro cheessere pagati per il pieno.