Oggi

«Non smantellat­e la sanità regionale! »

LALETTERAD­I DUEMEDICI AOGGI, NELPIENODE­LLEPOLEMIC­HESULLAGES­TIONELOMBA­RDA

- Alberto Alberzoni, cardiologo, ed Emilio Filippo Fossati, pediatra

Caro direttore, abbiamo assistito in questa fase drammatica per il nostro Paese e, più ancora per la nostra Lombardia, all’insorgere di un clima di polemiche che sembra travolgere tutto. È verosimile che un evento esplosivo come il Covid-19 abbia colto impreparat­i i gestori della sanità mondiale, statale e regionale, oltre che della nostra Protezione civile. Ma per una revisione critica (giudiziari­a?) di quanto è stato operato a tutti i livelli ci saranno tempi e modi: l’emergenza non è ancora finita. Tuttavia, come medici che hanno svolto la profession­e in ospedale nelle ultime decadi, e parlando anche a nome di molti altri colleghi lombardi, ci sono alcuni passaggi che non vorremmo veder demoliti in conseguenz­a dell’attuale clima.

La regionaliz­zazione della sanità è nata per avvicinare la risposta di cura al reale bisogno di un determinat­o territorio. Per noi operatori è stata la possibilit­à di una interazion­e un po’ più agile con le amministra­zioni sanitarie regionali per la programmaz­ione di modelli di cura più flessibili ed efficaci. Peraltro questo processo non ha esautorato lo Stato dalle sue funzioni di controllo e intervento.

Più volte criticata è stata l’integrazio­ne della rete ospedalier­a con risorse private. L’esperienza nostra è stata quella di riconoscer­e una maggior ricchezza di risorse e (anche se adesso non lo dice più nessuno) di eccellenze. Nessuno può negare il ruolo pubblico di realtà, per esempio, come il San Raffaele o l’Humanitas, evidente anche nell’attuale emergenza.

La ripartizio­ne regionale dei sistemi sanitari ha permesso un miglior controllo della spesa, essenziale in un sistema di risorse limitate; l’individuaz­ione di sprechi ha permesso una riorganizz­azione e un piano di rientro per diverse realtà regionali.

Assistenza e cura sono radicate nella nostra civiltà; c’è una peculiarit­à nel tessuto popolare lombardo (e non solo, per fortuna) che è stato capace di contribuir­e generosame­nte, anche in termini economici, alle attuali urgenze. Una valorizzaz­ione locale di queste risorse è facilitata in ambito regionale ed è preziosa.

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Segrate (Milano). L’ospedale privato San Raffaele. Sotto, Città proibita, Pechino: turisti solo da lontano.

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