LA SPESA CONSAPEVOLE
LE MILLE VARIANTI E STILI DELLA MILLENARIA BIRRA
Solo quattro ingredienti, acqua, orzo, luppolo (o cereali) e lievito, per migliaia di birre differenti, per gusto, colore e consistenza.
Proviamo a conoscere da vicino, e distinguere tra loro le tipologie più diffuse, il nome, il colore, la gradazione alcolica e a immaginare il loro sapore. Le Abbazia sono birre belghe create secondo le ricette di antichi monasteri: sono corpose e con un contenuto alcolico tra il 6% e il 9%. Affascina il loro colore che varia dall’ambrato al rosso cupo. Da non confondere con le
Trappiste che nascono solo dai monaci trappisti di 12 abbazie (una anche in Italia). Britannica per eccellenza è la Ale, da assaporare a “temperatura di cantina”, con spuma ridotta e un moderato tasso alcolico. Al contrario delle dense Bock, dal deciso sapore dimalto e con un grado tra il 6% e il 7,5%. La Lager, dal nome dei magazzini di conservazione, è forse la più “comune” con quel suo sapore amarognolo e il pallido giallo oro. Simili per colore le Pils o
Pilsner che si contraddistinguono per un “perlage” della schiuma fine e volatile. Un trucco da intenditori: usate un boccale lungo e stretto. Dal color oro trasparente a quello opaco delle Weizen, tedesche di origine, prodotte dal frumento. Chiare o scure, sono asprigne e “fanno” un’abbondantissima schiuma. Infine, la Stout, l’irlandese per eccellenza (ma è da provare anche quella di altri Paesi), scurissima, dal gusto tostato e dalla spuma nocciola.