Come si fermano i banditidel web
Ibanditi che cercano l’invisibilità delle loro comunicazioni usano Telegram, non sapendo – loro e chi li insegue – che non ha proprietà miracolose come la pietra filosofale. Bloccare Telegram non è la soluzione per debellare comportamenti delittuosi. L’offerta di “app” simili a quella è ampia e una simile azione innescherebbe subito la migrazione di criminali, terroristi e pedofili su altre
piattaforme digitali con caratteristiche simili. Occorre invece far tesoro delle esperienze investigative fatte finora, per evitare di ricominciare da capo in caso cambi la scena del crimine. Reattività alle segnalazioni, tempestività di intervento e attività
sotto copertura con “agenti provocatori” sono la formula vincente.
Non si può fermare il progresso tecnologico e l’evolvere dei sistemi con cui la gente tiene contatti o dà luogo a iniziative anche illegali e reprensibili. Le difficoltà di intercettare i protagonisti di reati ripugnanti deve spingere alla ricerca di nuovi spunti investigativi, alla continua ridefinizione delle tecniche di indagine e alla creazione di strumenti per l’acquisizione delle prove necessarie per incriminare i delinquenti.
Certe sfide apparentemente solo tecnologiche si vincono, invece, grazie al dialogo con il cittadino: se si fida, la gente non esiterà a dire cosa sa e cosa ha visto. Il resto è un percorso in discesa. Telegram (o qualunque altra “app” arriverà un domani) è solo una complicazione, non il problema.